Allarme sul rischio di tracollo occupazionale e aziendale a causa della riforma

Così il Milleproroghe uccide le Tv locali

TERMOLI (Campobasso) – Con l’approvazione all’interno del decreto Milleproroghe dell’emendamento riguardante le emittenti televisive locali, torna ad acuirsi lo scontro sui nuovi criteri di assegnazione delle risorse pubbliche per il settore, disposta dal Dpr 146/2017. Come è noto, alcune tv locali hanno impugnato innanzi al Tar Lazio il nuovo regolamento, censurandone molteplici profili, tra i quali la sproporzione del “peso” attribuito alle rilevazioni Auditel rispetto a quello concernente il numero di dipendenti (giornalisti e operatori).
Nel mirino dei ricorsi, la non pertinenza dei dati Auditel e la contraddittorietà del meccanismo di assegnazione delle sovvenzioni rispetto alle finalità della legge istitutiva del Fondo per il pluralismo. Il Tar Lazio si pronuncerà a ottobre, ma nel frattempo si è aperto un nuovo fronte di scontro.
Come ampiamente riferito ieri da Giornalisti Italia, a Termoli (Campobasso), in un incontro a cui hanno partecipato circa trenta emittenti, tra le quali Radio Telemolise, Telefoggia, Sardegna 1, Europa 7, Canale 7, Telesardegna, Telemax, Telesirio, Teleregione Molise, TLT Molise, Tvi, GRP Piemonte, insieme all’Assostampa Molise guidata dal presidente Giuseppe Di Pietro, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, è stato lanciato l’allarme sul rischio di tracollo occupazionale e aziendale “a causa di una riforma – hanno spiegato i legali delle tv – che rischia di creare un oligopolio dell’informazione televisiva anche a livello locale, penalizzando proprio le emittenti con più occupati, a causa di un meccanismo arbitrario, illogico e illegittimo”.

Giuseppe Di Pietro

Alla riunione hanno partecipato anche gli avvocati Giuseppe Ruta, Margherita Zezza e Massimo Romano, del foro di Campobasso, che hanno patrocinato i ricorsi pendenti innanzi al Tar Lazio e assistono numerose emittenti locali, i quali hanno preannunciato che “se il Milleproroghe dovesse passare, trasformando in legge il Dpr 146/2017, la reazione delle emittenti non tarderà ad arrivare”.
Gli avvocati, infatti, hanno spiegato che sarà chiesto urgentemente al Giudice amministrativo di sollevare la questione di legittimità costituzionale innanzi alla Consulta. Inoltre – hanno aggiunto – la violazione dei profili di concorrenza e distorsione del mercato televisivo sarà attenzionata all’Antitrust”.
Preannunciata anche la presentazione di un esposto alle competenti Procure “volto ad evidenziare il rischio che l’intervento di legificazione vada a cristallizzare la posizione di vantaggio patrimoniale in capo a talune emittenti, così come già risultanti dalla pubblicazione della graduatoria provvisoria”.
A settembre, infine, è stata programmata una mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di tale intervento sul pluralismo dell’informazione e sui risvolti occupazionali. (ansa)

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