MILANO – Due giorni di sciopero e dimissioni della maggioranza dei componenti del Comitato di redazione del Corriere della Sera che è, quindi, decaduto. L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera ha, infatti, bocciato l’ipotesi di accordo raggiunta dal Cdr dopo una trattativa con l’azienda per portare avanti le istanze della redazione e dopo la proclamazione dello sciopero che, scattato alle 00,01 di ieri, si concluderà alla mezzanotte di oggi.
Uno sciopero che era stato deciso all’unanimità «di fronte al rinnovato e reiterato peggioramento delle relazioni sindacali». Il Cdr ha, infatti, denunciato che «dopo mesi di confronto, l’azienda non aveva dato risposte alle nostre istanze: il rinnovo dell’accordo di smart working, il premio di risultato e l’aggiornamento professionale, messo in discussione dopo oltre vent’anni. Il tavolo si stava chiudendo con la proroga dello smart working per 12 mesi, un premio di risultato per il 2023 e una rimodulazione dell’aggiornamento professionale».
Le risposte arrivate alla fine della trattativa tra Cdr e azienda, però, non hanno convinto l’assemblea che ha deciso, nella sua sovranità, di confermare i due giorni di sciopero inducendo la maggioranza del Cdr a presentare a le dimissioni e, quindi, far decadere la rappresentanza sindacale aziendale.
Dal canto suo, l’azienda ha replicato che «che l’editoria è in un momento di grande trasformazione aggravato dall’aumento dei costi delle materie prime» e che «in un momento come questo sarebbe fondamentale lavorare uniti con l’apporto delle migliori energie della redazione».
Tra i punti fermi dello scontro, quindi, la chiusura di Rcs sul premio di risultato, sull’ipotesi di proroga dell’accordo sul lavoro agile in scadenza il 1° luglio, che prevede sei giornate mensili di lavoro a distanza, e sull’estensione del bonus di 2700 euro per l’aggiornamento professionale a tutti i giornalisti. Inoltre, una serie di divergenze sull’applicazione delle tecnologie informatiche, gli spazi di lavoro e la restrizione dei rimborsi spese. (giornalistitalia.it)
I giornalisti bocciano l’ipotesi di accordo raggiunta dal comitato di redazione con l’editore