MATERA – La città di Matera non ci sta. Appena un anno fa il direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo d’Errico, annunciava trionfalmente l’apertura delle pagine di Matera come «una sfida che inciderà sul futuro del Sud» e l’editore Urbano Cairo esaltava l’iniziativa sottolineando che, così facendo, Rcs Media Group si rendeva protagonista di un forte investimento «per rendere più radicata la nostra presenza sul territorio, fermamente convinti dell’importanza di raccontare le realtà locali e di avere un dialogo diretto con i lettori, il tutto coniugato con l’autorevolezza e la credibilità del più importante quotidiano nazionale».
Ebbene, appena un anno dopo, negli stessi giorni in cui accarezzava l’idea – poi accantonata – di distribuire ai soci di Rcs 15 milioni di euro di utili, Cairo metteva fine ad un’iniziativa editoriale che, oltre ad ampliare il pluralismo dell’informazione lucana, dava lavoro a chi, con entusiasmo e sacrificio, ha fermamente creduto che quei “nobili intenti” non si sarebbero sciolti come neve al sole.
Non ci sta la Fondazione Matera Basilicata 2019 ricordando che “la notizia di un giornale che chiude non può che essere una brutta notizia. Un grave segnale – sottolinea il presidente Salvatore Adduce – di cui avremmo volentieri fatto a meno già in tempi normali, tanto più in un tempo così difficile come quello che stiamo vivendo».
«È proprio in questi periodi – ricorda Adduce, che è anche presidente dell’Anci Basilicata – che è indispensabile avere a disposizione un robusto e plurale sistema di informazione capace di approfondire temi così delicati come quelli che stiamo affrontando ed evitando di lasciare ai social network questa pesante responsabilità».
«Chiudere questa voce autorevole su Matera – afferma Adduce – significa ridurre l’attenzione su una città che ha saputo posizionarsi su livelli internazionali. E che si prepara ad affrontare un nuovo viaggio candidandosi a diventare un esempio nella gestione della produzione culturale post-covid».
Non ci sta Manuela Taratufolo della Cgil, per la quale «apprendere che Antonella Ciervo non scriverà più le belle pagine che tutti noi ogni giorno abbiamo apprezzato, è stata una doccia fredda» e «di fronte a decisioni incomprensibili o ad azioni che spesso non si colgono nella loro reale portata, indignarsi non basta».
«Da comune cittadina, fruitrice di un servizio fondamentale», per Taratufolo «il venire meno di quelle pagine dedicate a Matera è il venire meno di una penna che egregiamente ha svolto la sua missione di cronista puntuale e quindi è soppressione di un posto di lavoro. Il Governo centrale ha invitato a non licenziare, a non prendere, in questa fase così surreale per tutti, decisioni che mettono in discussione il lavoro delle persone».
Da qui l’appello a Cairo affinché riveda, in questa fase così delicata, la sua decisione «perché quella penna che sta eliminando è il lavoro di una donna, lavoratrice appassionata. E, in questo momento, quella penna, quella lavoratrice, quella donna va difesa, quel posto di lavoro non va messo in discussione. Anche perché quelle pagine sono positive per una comunità intera che segue quel giornale non solo per la sua serietà, ma per evitare che, in questo tempo, il suo giornale possa risultare insensibile verso una giornalista che mai si è risparmiata nello svolgimento della sua professione».
Non ci sta Gigi Esposito, presidente dell’Onyx Jazz Club di Matera, che esprime «disappunto e indignazione» per la decisione del quotidiano di «rinunciare alla giornalista Antonella Ciervo ed allo spazio dedicato alla nostra città!».
«Non vogliamo credere – afferma Esposito – di essere considerati come una gravosa zavorra, come un ramo secco che si taglia perché considerato un inutile fardello. La nostra dignità di cittadini ed il nostro rispetto per il lavoro svolto, sempre con estrema professionalità, da Antonella Ciervo ci impongono di non restare in silenzio ed indifferenti di fronte a tali scelte e di sollecitare che vengano riconsiderate in modo più solidale e corretto, in un momento storico che richiede di condividere difficoltà e sacrifici, di venirsi incontro e di non lasciare nulla e nessuno per strada. È il momento di dimostrare – conclude il presidente dell’Onyx Jazz Club di Matera – che ciò che si decide di essere e di rappresentare non dipende esclusivamente da interessi economici, ma che c’è di più e di meglio: il rispetto per le persone, per l’orgoglio e la dignità di un territorio e di una città come la nostra!». (giornalistitalia.it)
LEGGI ANCHE:
Il Corriere del Mezzogiorno non abbandoni Matera