MILANO – «Ci sono molte novità. Sembra sia stato fatto un passo avanti nella diagnostica, un’azienda statunitense serissima ha annunciato di avere a disposizione un test che viene fatto in 15 minuti. Un’altra notizia molto buona è legata» ad uno studio relativo «all’utilizzo del plasma dei guariti che può migliorare le condizioni di chi sta male». Sono le parole del virologo Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ospite di Fabio Fazio stasera a “Che tempo che fa” su Rai 2.
«Prendere il sangue dai guariti – ha spiegato il virologo – non è semplice, ma significa che gli anticorpi dei guariti possono avere un effetto benefico: gli anticorpi monoclonali si possono produrre artificialmente e se il dato è confermato tra un anno e qualcosa avremo anticorpi monoclonali da somministrare. Inoltre, se il plasma ha effetto benefico e il dato è confermato, chi ha gli anticorpi avrebbe un certo grado di protezione».
«Buone notizie arrivano anche dal settore dei farmaci. C’è un antinfiammatorio – ha spiegato Burioni – utilizzato per l’artrite che sembra essere efficace e i dati sono abbastanza promettenti. Poi c’è una sorpresa strana, legata ad un farmaco vecchissimo che veniva usato negli anni ’50 per la malaria: si chiama Plaquenil, che fu valutato nel 2005 come molto efficace efficace per inibire la replicazione del Coronavirus della Sars. Cessata l’emergenza dell’epoca, la cosa passò nel dimenticatoio. Ora è stato recuperato e si è provato ad usarlo clinicamente e sperimentarlo. Ci sono diversi studi, anche uno anche da noi al San Raffaele», ha detto ancora Burioni, facendo riferimento ad indicazioni che potrebbero rivelarsi utili in futuro.
Capitolo dati: «I numeri cominciano a essere meno negativi, in un’epidemia significa positivi. Stiamo raccogliendo i frutti del nostro comportamento, come prima raccoglievamo i frutti della nostra irresponsabilità. Dobbiamo perseverare con i nostri sacrifici. Non possiamo predire il futuro, ma sembra che le cose stiano rallentando. Stiamo guadagnando tempo che viene sfruttato dagli ospedali per organizzarsi, dallo stato per elaborare nuove procedure e dalla ricerca che ovunque sta andando avanti e cercando di fare qualcosa».
«Stanno calando gli accessi ai pronto soccorso – ha evidenziato Burioni – e questo è un segno importante. Ci stiamo avviando verso il giorno in cui usciremo di casa, anche se non tutti e non fra dieci giorni. Ma quel giorno tutti dovremo portare una mascherina e quindi devono esserci. E una mascherina ogni quattro ore. Inoltre, dobbiamo metterci in condizione di fare i test, non solo per dimostrare la presenza del virus, ma anche per vedere quante persone hanno contratto questa malattia». (adnkronos)
Il virologo Burioni a “Che tempo che fa”: “Passi avanti nella ricerca e nella diagnostica”