NEW YORK (Usa) – L’ultimo episodio della cyber-guerra combattuta – ufficiosamente – a colpi di attacchi e rappresaglie tra Usa e Corea del Nord – entrambi i governo negano di essere coinvolti – si è conclusa stanotte dopo che per 9 ore la rete è stata bloccata a Pyongyang.
Secondo l’intelligence sudcoreana le principali pagine web del nord sono state irraggiungibili dall’1 ora locale (le 17 di lunedì in Italia) alle 10,45 (le 2,45 di stanotte).
Tra le tante quelle dell’agenzia di stampa ufficiale KCNA e del quotidiano di Stato Rodong Sinmun. Secondo alcuni esperti potrebbe trattarsi di un atto di “rappresaglia” americana dopo gli attacchi informatici alla Sony Pictures, che hanno portato ad annullare l’uscita nelle sale di un film satirico sul leader nordcoreano, attribuiti a Pyongyang.
Nè la Corea, nè la Casa Bianca hanno ammesso alcuna responsabilità. Intanto la cyber-guerra combattuta – ufficiosamente – a colpi di attacchi e rappresaglie tra Usa e Corea del Nord coinvolge anche Seul.
Il presidente sudcoreano, Park Geun-hye, ha annunciato l’istituzione di un comando militare di difesa cibernetica dopo che le società Korea Hydro e Nuclear Power Co Ltd (KHNP), che gestiscono le 23 centrali nucleari del Paese, hanno denunciato un attacco di hacker alle loro reti.
Nell’intrusione – che pur senza esprimere accuse formali, non è stato escluso possa essere attribuità alla Corea del Nord – sono stati trafugati solo dati non critici e la sicurezza degli impianti non è stata messa a rischio ma comunque ha rivelato falle preoccupanti. Tra i due Paesi sono ancora formalmente ancora in guerra nonostante l’armistizio del 1953. (Rainews 24)
Forse dietro il black out una “rappresaglia” americana dopo l’attacco hacker alla Sony