BRUXELLES (Belgio) – Prima intesa dei 28 sulla riforma Ue del copyright, anche se il cammino è ancora lungo prima di arrivare a quello che sarà il testo legislativo finale dopo i negoziati con l’Europarlamento. La posizione comune adottata dagli ambasciatori degli stati membri riduce le tutele inizialmente previste dalla Commissione Ue, abbassando a un anno contro i 20 proposti dall’esecutivo la tutela dei diritti degli editori per l’uso online delle loro pubblicazioni.
La protezione coprirà anche l’uso di parti di testo ma solo se sostanziali, ovvero se giudicate come tali sulla base dei criteri di originalità e lunghezza. Viene, inoltre, consentita un’eccezione obbligatoria sul copyright per il data mining su testi e dati in formato digitale nel settore della ricerca scientifica, oltre che per materiali didattici online e museali.
La direttiva, inoltre, assegna poi una responsabilità alle piattaforme per l’uso dei contenuti protetti dal diritto d’autore con l’obiettivo di chiudere il gap del valore tra profitti e remunerazione. A essere coinvolte, però, saranno solo quelle piattaforme il cui scopo principale è generare profitti dal fornire accesso a questo tipo di contenuti “protetti” come musica, video e così via, caricati dagli utenti, tipo Youtube.
Esclusi, invece, i servizi di cloud o i siti di compravendita come eBay, e le enciclopedie online come Wikipedia. Inoltre gli aggregatori di contenuti dovranno ottenere un’autorizzazione da chi detiene i diritti. Esenzioni alla responsabilità possono essere garantite, però, sulla base delle loro dimensioni.
L’associazione dei consumatori europei del Beuc ha criticato il testo, in quanto “se adottato obbligherebbe Google, Facebook e altre piattaforme a concludere accordi con i detentori di diritti e creatori per qualsiasi tipo di video, articoli o immagini protette da copyright e caricate online”. Questo, quindi, “lascia i consumatori al buio se sia legale o no condividere i propri e-book o caricare i video delle vacanze con una canzone popolare in sottofondo”, oltre a non garantire ai consumatori il diritto di utilizzare materiale coperto da diritto d’autore per creare contenuti originali per uso privato. (ansa)
L’intesa dei 28 prevede meno protezioni per gli editori, ma il processo è ancora lungo