BRUXELLES (Belgio) – «Lanciando un suo prodotto, Google può dettare termini e condizioni, minare la legislazione pensata per creare le condizioni per una negoziazione equa e affermare, al tempo stesso, che sta sostenendo finanziariamente l’editoria».
Angela Wilde, direttore esecutivo del Consiglio Europeo degli Editori (Epc), risponde così all’annuncio di Google sulla nascita di un nuovo prodotto, Google News Showcase, che prevede un investimento di un miliardo di dollari in tre anni per sostenere l’editoria con partnership a livello mondiale.
Secondo l’Epc, i contratti inviati agli editori per la partecipazione alla versione precedente di News Showcase includevano una clausola restrittiva secondo la quale Google può risolvere immediatamente il contratto se un editore partecipa o avvia un ricorso legale o un reclamo relativo all’uso di contenuti di notizie da parte di Google o delle società affiliate.
«È importante che gli editori abbiano la libertà di far valere i propri diritti direttamente o di partecipare a contratti collettivi negoziati ai sensi del diritto dell’Ue», ha aggiunto Wilde.
Inoltre, in questi mesi Google ha presentato un ricorso alla Corte d’appello di Parigi contro la decisione dell’autorità per la concorrenza francese, che ha stabilito che il gigante del web dovrà negoziare il pagamento di un compenso agli editori per poter condividere i contenuti online.
«È chiaro che Google sta sentendo la pressione dalla legge e dal governo» ha commentato Wilde. Nel ricorso Google sostiene che gli articoli beneficiano già di una notevole quantità di traffico e del raggiungimento di un numero maggiore di lettori senza costi aggiuntivi. La sentenza della Corte d’appello di Parigi è attesa per l’8 ottobre.
«200 editori concordano» che il nuovo prodotto News Showcase a sostegno dell’editoria, «conferisce valore alla loro attività. Speriamo di poter convincere anche voi un giorno». Così Google replica su Twitter alle critiche del Consiglio europeo degli editori (Epc), secondo cui con il lancio del nuovo servizio il gigante dei motori di ricerca starebbe aggirando la direttiva sul copyright. Finora circa 200 editori di Germania, Brasile, Argentina, Canada Regno Unito e Australia hanno aderito a News Showcase, tra loro i tedeschi Der Spiegel, Stern e Die Zenit. (ansa)
“Con il prodotto News Showcase può minare la legislazione per una negoziazione equa”