ROMA – «Da diversi mesi non vengono pagati i contributi Inpgi. Un fatto gravissimo, su cui ancora non abbiamo avuto certezze, nonostante gli impegni che l’azienda aveva preso, a seguito di pressanti sollecitazioni da parte della rappresentanza sindacale. Non si può più accettare». È quanto denuncia il Cdr de l’Unità nel proclamare una giornata di sciopero, oggi, per cui domani il quotidiano non sarà in edicola.
«Oltre al versamento dei contributi, un obbligo di legge, – prosegue il Cdr – sono diversi i punti che i lavoratori hanno avanzato in più incontri tenuti nel mese di giugno. Si chiede certezza sul pagamento dello stipendio e dell’indennità redazionale (siamo al 30 giugno, data limite, e ancora non si è visto nulla). Ma soprattutto si chiede certezza sul futuro del giornale, con un piano industriale e poi un piano editoriale capaci di fronteggiare le difficoltà di un mercato denso di criticità».
«Abbiamo lavorato 12 mesi – incalza il Comitato di redazione – senza avere una bussola, senza indicazioni chiare sul posizionamento del giornale rispetto ai suoi competitor, senza una riflessione seria sul rapporto con il suo lettorato, senza chiarimento definitivo sulla gestione del sito, che oggi è esterna al giornale. Così non si può andare avanti».
I giornalisti si dicono pronti a collaborare attivamente con il futuro direttore «di cui ancora non ci è stata data notizia ufficiale», ma a una condizione precisa: «Che non ci si presenti soltanto un nome, ma anche un progetto. Vogliamo chiarirlo fin da ora ai nostri lettori: non tifiamo per l’uno o per l’altro, ma solo per la nostra e la vostra Unità».
Queste, dunque, le ragioni per cui giornalisti del quotidiano fondato da Antonio Gramsci hanno proclamato una giornata di sciopero per oggi, venerdì 1° luglio.
Il Cdr: “È un fatto gravissimo. Chiediamo certezza sul futuro del giornale”