PESCARA – Un contenzioso da 138 mila euro. Finora, dopo due gradi di giudizio, la condannata è la Asl di Pescara. Dall’altra parte, c’è l’Inpgi, l’ente nazionale di previdenza dei giornalisti che reclama somme non versate dalla Asl «a titolo di contributi, interessi e sanzioni dovuti relativamente alla posizione dei dipendenti Renato Muni Cytron e Claudio Perolino».
Muni Cytron e Perolini sono stati gli ultimi addetti stampa della Asl prima della decisione del direttore generale della Asl, Claudio D’Amario, di affidare il compito di gestire i rapporti con i giornalisti all’Urp, guidato da Maria Assunta Ceccagnoli.
Il contenzioso tra Asl e Inpgi arriverà presto in Corte di Cassazione: all’inizio ad adire i giudici è stato l’Inpgi che ha denunciato di non aver ricevuto pagamenti dalla Asl per i dipendenti con le mansioni da giornalisti. In primo grado, però, il tribunale di Roma non ha sposato le tesi dell’Inpgi.
A ribaltare il quadro sono stati i giudici della Corte d’appello di Roma che hanno riformato la sentenza condannando la Asl a pagare 138.838 euro all’Inpgi. Ma la Asl contesta la sentenza: l’avvocato della Asl, Dante Angiolelli, ha scritto una lettera a D’Amario affermando che «sussistono gli estremi per impugnare la sentenza con ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione per violazione e/o falsa applicazione di norme di diritto».
Secondo una relazione firmata dal direttore del dipartimento Affari generali e legali, Francesca Rancitelli, la Corte d’appello di Roma «ha compiuto un travisamento del fatto posto a fondamento della pretesa avanzata dall’Inpgi». Andare in Corte di Cassazione non sarà gratis: in base al preventivo mandato alla Asl, costerà 9 mila euro. (Il Centro)
Dovrà pagare 138 mila euro per i giornalisti Renato Muni Cytron e Claudio Perolino