FIRENZE – Un’altra tegola per Denis Verdini nell’ambito dell’inchiesta per truffa legata ai contributi pubblici all’editoria. È stato citato a giudizio dalla procura contabile davanti alla Corte dei Conti della Toscana per un presunto danno erariale collegato ai contributi pubblici percepiti, “indebitamente” secondo l’accusa, dalla Società Editrice Toscana (Ste) che pubblicava Il Giornale della Toscana, Il Cittadino di Livorno e Metropoli day.
L’ex senatore di Forza Italia e di Ala da pochi giorni è agli arresti domiciliari a causa di un focolaio di Covid scoppiato nel carcere di Rebibbia, a Roma, dov’era detenuto dopo la condanna a sei anni e mezzo di reclusione per il crac del Credito cooperativo fiorentino.
Durante le indagini la Procura della Corte dei Conti aveva disposto un sequestro “conservativo” a carico di Denis Verdini e dell’ex deputato Massimo Parisi fino a un valore di 9 milioni e 100 mila euro, pari alla parte di contributi pubblici per l’editoria “ottenuti non avendone diritto” sul totale percepito che, m secondo gli investigatori, si aggirerebbe sui 24 milioni di euro.
Oltre a Verdini e Parisi, sono stati chiamati in causa, con responsabilità diverse, anche Luca Enrico Biagiotti, Samuele Cecconi, Andrea Clerici, Gianluca Lucarelli, Fabrizio Nucci, Pierluigi Picerno e Girolamo Renzi Majorca Strozzi, oltre alle le società in liquidazione Toscana Di Edizioni Srl e Toscana Sette Mari Scarl.
«L’ipotesi di truffa avanzata dalla procura ordinaria al Dipartimento per l’Editoria in relazione ai contributi agli Editori il 2005 e il 2011 ricevuti da Società Toscana di Edizioni srl che pubblicava Il Giornale della Toscana e Metropoli – spiega Giovanni Spano su La Nazione – è stato uno dei filoni (per il quale è scattata la prescrizione) della inchiesta sul tracollo del Credito cooperativo fiorentino», ricordando che «le vicende contabili non seguono “pedissequamente” i procedimenti penali. Di due anni fa esatti la notizia di un altro step significativo pre-processuali: il sequestro di beni – a Verdini e all’ex deputato Parisi – fino a 9 milioni e 100mila euro “congelati” per quei contributi per l’editoria “ottenuti non avendone diritto”».
«Tre – spiega il quotidiano fiorentino – i capisaldi intorno ai quali si è sviluppato l’odierno impianto accusatorio: la presunta “manipolazione” dei dati di diffusione per rientrare nel paramento richiesto del venduto rispetto al diffuso; il collegamento ipotizzato dagli inquirenti con un’altra società a contributo (la Toscana di Edizioni) e il controllo di fatto da parte di un amministratore occulto (indicato nell’onorevole Parisi); l’altrettanto presunta sovrafatturazione con altre società del gruppo per “massimizzare i contributi statali per l’Editoria”.
Con Metropoli day considerato dalle procure (“nonostante la sua evoluzione nel corso degli anni e i continui sforzi della cooperativa per migliorarlo”, sottolinea il difensore di Nucci) di fatto fittizio, con l’unico scopo di massimizzare i contributi da far poi confluire attraverso una serie di società di servizi direttamente nella disponibilità dei due “dominus” Verdini e Parisi. Teorema, o verità consolidata che, ora, al di là dell’esito della vicenda penale, comporta il dover rifondere i contributi?».
Le prossime udienze relative alla vicenda dovrebbero tenersi, in videoconferenza a causa dell’emergenza coronavirus, il 24 febbraio e l’8 maggio. (giornalistitalia.it)