ROMA – E quattro. Se ce ne fosse ancora bisogno, dopo la Giunta Esecutiva, la Commissione Contratto e il Consiglio Nazionale, anche la Conferenza nazionale dei Comitati e dei Fiduciari di redazione della Fnsi ha approvato la relazione del segretario generale Franco Siddi sull’accordo per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro giornalistico per il triennio 2014-2016.
Una pura formalità, quella della conferenza nazionale di oggi, all’Hotel NH Villa Carpegna di Roma, alla quale – comprensibilmente – dopo l’approvazione in tutte le salse del contratto, la quasi totalità dei giornalisti italiani ha deciso di non partecipare.
Dei 1035 componenti di Cdr e fiduciari di redazione di tutta Italia aventi diritto al voto, hanno infatti partecipato ai lavori appena 76 giornalisti, dei quali almeno una decina reclutati, all’ultima ora, dalla variopinta opposizione romana nel tentativo, neppure riuscito, di esprimere un voto negativo nei confronti di un contratto che – piaccia o meno – registra importanti avanzamenti in materia di lavoro, previdenza e sostenibilità dell’Inpgi, e per la prima volta nella storia, apre le porte al lavoro autonomo e offre al sindacato uno strumento importantissimo: la possibilità di far riconoscere al precario il diritto del lavoratore subordinato.
Il tutto – viene evidenziato nel documento approvato con 33 voti favorevoli, 26 contrari e 7 astenuti dalla Conferenza nazionale dei Comitati e dei fiduciari di redazione della Fnsi – “tenuto conto della particolare situazione economica e in particolare della drammatica crisi che sta attraversando il settore dell’editoria che richiede interventi urgenti e immediati per l’occupazione e mettere in sicurezza i conti dell’Inpgi con nuove contribuzioni dirette e pubbliche”.
“Rilevato che la categoria ha assoluta necessità di un contratto di lavoro che tuteli soprattutto le realtà più deboli (specie in considerazione dell’inclusione dei collaboratori e dei parasubordinati) e che la contrattazione sui termini normativi e sui minimi salariali non può essere relegata al confronto diretto a livello territoriale tra aziende e Cdr”, la Conferenza nazionale dei Comitati e dei fiduciari di redazione ha, quindi, espresso “parere favorevole sull’accordo contrattuale” chiedendo, altresì, alla Giunta Esecutiva “di illustrarne i contenuti nelle assemblee di redazione, anche in preparazione della consultazione che interesserà la categoria nei tempi e nei modi che saranno decisi dalla stessa Giunta federale, secondo le esperienze organizzative tipiche, tenendo conto del necessario rigoroso rispetto delle imminenti scadenze istituzionali e statutarie della Fnsi”.
Referendum ribadito anche in un altro documento, approvato all’ultima ora, con i delegati già in partenza, nel quale vengono mosse le solite, sterili, critiche sulla trattativa contrattuale.
La percentuale di partecipazione alla conferenza di oggi ed il Congresso alle porte, comunque, dovrebbero seriamente far riflettere sull’opportunità di indire un referendum che – ricordiamo – dopo la fallimentare esperienza del 2009, che aveva registrato una partecipazione irrisoria, è stato bocciato dal Congresso di Bergamo che avrebbe voluto inserirlo nello Statuto federale.
La conferenza, comunque, è servita a fare definitivamente luce sulle troppe bugie circolate nell’ultimo periodo, ovvero che dei contenuti della trattativa non fossero informate le Associazioni Regionali di Stampa. Le testimonianze di numerosi colleghi hanno, infatti, chiarito che l’informazione c’è stata ed è stata chiara, completa e trasparente, tant’è che il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha partecipato a tutte le assemblee di redazione alle quali è stato chiamato a partecipare. Chi si ostina a sostenere il contrario dovrebbe, casomai, spiegare ai propri iscritti il vero – e tutt’altro che disinteressato – motivo della cortina di silenzio.
Presenti solo 76 rappresentanti su 1035 all’assise nazionale riunitasi oggi a Roma