TRIESTE – Il 2016 è di nuovo anno di rinnovo contrattuale. Un rinnovo diverso, forse più difficile dei precedenti. Il contratto di lavoro dei giornalisti, che scadrà il 31 marzo, è infatti stato disdettato dalla Fieg a fine ottobre.
Una mossa degli editori, si è detto, per far capire al sindacato dei giornalisti che stavolta “si fa sul serio”.
La trattativa per il rinnovo del contratto è stata avviata dopo l’estate dal segretario generale Raffaele Lorusso affiancato dalla Giunta Esecutiva Fnsi. Dall’altra parte del tavolo, la delegazione Fieg ha chiesto la revisione – ovviamente al ribasso – di 21 (ventuno) istituti contrattuali: dalle ferie ai festivi, dai superfestivi al notturno, dalle mansioni alle domeniche, dall’incidenza del settimo numero al calcolo della 13ª, dagli straordinari agli scatti… Praticamente gli editori vogliono riscrivere tutto il contratto, per abbassare ulteriormente il costo del lavoro giornalistico.
Di fatto, viene chiesto ai giornalisti una sorta di contratto di solidarietà nazionale, stante, a loro dire, il perdurare della crisi economica. La Fnsi ha chiesto innanzitutto nuovi posti di lavoro, sottolineando che la categoria non è in grado di reggere ulteriori flessibilità (nel contratto vigente ce n’è già tanta…), né un altro contratto “a perdere”, senza un immediato e deciso rilancio dell’occupazione, in forte calo da diversi anni. Senza investimenti, insomma, non c’è ripresa del mercato del lavoro e non c’è futuro per il giornalismo italiano.
Ma disdetta del contratto non significa rescissione della contrattazione collettiva, la cui validità è confermata dall’intero ordinamento giuridico e dalla stessa Costituzione. E se il nuovo contratto non venisse stipulato entro il 31 marzo, le norme contrattuali scadute continuerebbero comunque a trovare applicazione. Gli editori non potrebbero, dunque, disapplicare il contratto scaduto, anche perché i giornalisti sono stati assunti con un contratto individuale di lavoro nel quale si richiama l’integrale applicazione del contratto. La legge non consente di venire meno agli accordi sottoscritti fra le parti e l’applicazione rientra nella tutela dei diritti individuali acquisiti.
Il sindacato unitario dei giornalisti sta, comunque, lavorando perché si arrivi a un rinnovo del contratto entro fine marzo. Il settore è stato duramente provato dalla crisi e dai tagli operati dalle aziende, che negli ultimi cinque anni hanno comportato la perdita di più di tremila posti di lavoro e consistenti riduzioni delle retribuzioni, per effetto del ricorso massiccio alla cassa integrazione guadagni e ai contratti di solidarietà.
Oltre che dalle aziende, i costi della crisi sono stati pagati pesantemente dall’intera categoria (700 prepensionamenti negli ultimi cinque anni, tremila giornalisti attualmente in contratto di solidarietà) come dimostrano anche i dati degli ultimi bilanci Inpgi e Casagit. Per tutti questi motivi, la ripresa dell’occupazione è il primo obiettivo della Fnsi al tavolo negoziale. La Fieg deve capire che il costo del lavoro è già stato tagliato, che i giornalisti hanno già dato, che senza sviluppo non c’è futuro per nessuno. Nemmeno per loro.
In questo quadro di grande difficoltà, l’Assostampa Friuli Venezia Giulia continua a fare la sua parte all’interno della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, uscito rafforzato dal congresso di Chianciano e dalla recente elezione a presidente di un collega di valore come Beppe Giulietti, che ha sostituito il compianto Santo Della Volpe. Il lavoro, il contratto, la tutela dei colleghi più deboli rimangono le priorità della nostra azione e del nostro impegno. Ma vanno coniugati su fronti solo apparentemente diversi, che riguardano il ruolo stesso dell’informazione e dei giornalisti nel nostro Paese.
Negli ultimi giorni del 2015 il premier Renzi ha lanciato lo slogan “per un 2016 all’insegna della libertà di informazione”. Il sindacato dei giornalisti ha lo stesso impegno e la stessa speranza. Impegno e speranza che possono essere sintetizzati in cinque richieste: 1) una norma contro le querele temerarie; 2) una legge sulla diffamazione, che abolisca il carcere e renda effettivo il diritto dei cittadini a essere informato; 3) nuove regole per i conflitti di interessi; 4) riforma radicale dell’Ordine dei Giornalisti; 5) rinnovo della Concessione 2016 insieme alla riforma complessiva della Rai Servizio Pubblico. Senza dimenticare che, lasciando da parte polemiche spesso strumentali, assieme alla trattativa contrattuale – come ha detto Giulietti – si dovrà riprendere il filo della trattativa su modi e forme di applicazione della discussa legge sull’equo compenso.
In questo panorama gli stati di crisi, le ristrutturazioni, i contratti di solidarietà non si contano e anche il nostro Nordest purtroppo non fa eccezione. Il sindacato li ha gestiti, li sta gestendo come può, partendo sempre e comunque da una posizione di debolezza, peggiorata dalle recenti novità nel campo della normativa sul lavoro.
Nel Friuli Venezia Giulia i problemi, in certi casi le emergenze, sono tanti. Dai troppi giornalisti precari o comunque non contrattualizzati, dal Piccolo (in contratto di solidarietà e con richiesta di prepensionamenti) al Messaggero Veneto, dal Primorski Dnevnik (sempre in lotta per la sopravvivenza) al Gazzettino, dalla Rai regionale alle agenzie di stampa, dall’emittenza privata agli uffici stampa della pubblica amministrazione fino alle testate più piccole: non c’è azienda, non c’è settore dal quale non arrivino richieste di assistenza e di aiuto da parte dei colleghi, iscritti o non iscritti al sindacato.
Per questo, l’appello conclusivo è quello di sempre. Per difendere il lavoro e i diritti dei colleghi, ma anche la qualità e il ruolo dell’informazione, abbiamo sempre bisogno di una Fnsi – e di un’Assostampa – più forte. Iscrivetevi al nostro sindacato unitario: ne avete, ne abbiamo bisogno.
Carlo Muscatello
presidente Assostampa Friuli Venezia Giulia
componente Giunta Esecutiva Fnsi