ROMA – Eccolo che arriva il soccorso degli insider della Fnsi alla parte più conservatrice e retrograda della Fieg. Suona così: contratto, 8 mesi di menzogne. La tesi: esiste una piattaforma contrattuale che vuole scardinare il contratto; relegare l’articolo 1, fondamenta della nostra professione, ad un ruolo marginale; tentare in maniera scoordinata e confusa di includere nel contratto colleghi che oggi sono cococo, false partite iva, precari a tutti gli effetti; e, soprattutto, regalare agli editori 8 mila euro, dicasi 8 mila, di risparmi sulla capoccia di ogni giornalista che oggi lavora nelle aziende editoriali della Fieg. Ovviamente tutto senza aver mai interpellato la Giunta esecutiva, senza mai aver discusso della questione in maniera approfondita. Ora, verrebbe da dire che queste sono le vere menzogne.
Per cui con ordine. Esiste una piattaforma contrattuale? No. Esistono appunti, più volte rivisti in Dipartimento sindacale, frutto di confronto ancora aperto in Giunta in attesa che gli editori diano qualche risposta. L’obiettivo è ridisegnare il contratto giornalistico. Sì, ridisegnarlo. Mantenendo l’articolo 1, la base del nostro contratto e del nostro lavoro, ma rendendo le qualifiche e le nuove professioni più aderenti alla realtà di oggi.
Dagli anni Ottanta in poi il nostro contratto di lavoro è rimasto pressoché immutato a parte la previsione del lavoro multimediale. Peccato, però, che il lavoro sia cambiato, che le redazioni si siano profondamente modificate, che nuove forme di giornalismo si siano affacciate alla ribalta. Qualunque collega lo verifica quotidianamente. Ed è partendo da queste istanze che la segreteria della Fnsi sta cercando di cambiare il contratto.
La crescita dell’occupazione è la nostra stella polare. E, per fare questo, la strada è necessariamente quella di includere nel Cnlg i cococo, i collaboratori strategici, le false partite iva: stiamo parlando di una platea di centinaia di colleghi per i quali, dopo anni di sfruttamento intensivo, si apre uno spiraglio. E questo, ovviamente, non è ben visto dagli editori che stanno facendo una strenua resistenza. E chi si scaglia contro l’inclusione dà voce ai falchi della Fieg. Chissà cosa pensano di tutto questo i colleghi che stanno aspettando di avere un contratto?
È vero che gli editori hanno presentato un lungo elenco della spesa con il taglio di quasi tutti gli istituti contrattuali, ma è altrettanto vero che chiedere non è ottenere. Almeno con questa Fnsi.
L’ultima grande menzogna è che la Giunta della Fnsi stia trattando in grande segretezza, alle spalle della categoria. Il 5 maggio scorso, il Consiglio nazionale ha approvato con una maggioranza schiacciante un documento che dà mandato al segretario generale Raffaele Lorusso di seguire proprio queste linee nella trattativa contrattuale, di pensare all’inclusione e non alla difesa del fortino, allo status quo di una categoria che, se non cambia, sarà sempre più residuale. E sono gli stessi temi su cui Lorusso e la sua maggioranza hanno vinto il Congresso di Chianciano, e che erano in gran parte presenti nel programma dell’altro candidato, Carlo Parisi; non a caso Parisi oggi è segretario generale aggiunto della Fnsi. Temi che creano un solco con chi, invece, è stato escluso dalla maggioranza e che vorrebbe tenere la Federazione in Congresso permanente.
Alessandra Costante