PALERMO – Il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti Leonardo Romeo è stato condannato oggi, anche in appello, a 4 mesi, con l’ipotesi di falso. La sentenza è della prima sezione della Corte d’appello di Palermo, presieduta da Gianfranco Garofalo, a latere Massimo Corleo, relatore Donatella Puleo, che ha confermato la decisione del giudice monocratico del tribunale Maria Dioguardi, risalente al 16 aprile 2015, sospendendo la pena.
Leonardo Romeo, pubblicista, vicepresidente della commissione amministrativa del Consiglio nazionale, secondo i giudici, nel 2008 falsificò gli atti con cui ottenne il riconoscimento del praticantato giornalistico: lo scopo sarebbe stato quello di essere ammesso agli esami di Stato, superando i quali acquisì, nel 2010, il titolo di giornalista professionista.
Otto anni fa Romeo faceva parte del Consiglio dell’Ordine siciliano, al quale presentò un documento attestante il proprio reddito, per dimostrare di avere svolto la pratica nel trimestrale L’eco del Sud, pubblicato a Messina, la sua città, e di essere stato retribuito con circa ottomila euro all’anno. Sia il documento che la dichiarazione sono stati ritenuti falsi nei due gradi di giudizio di merito.
Romeo, assistito dall’avvocato Carmelo Raspaolo, avrebbe potuto beneficiare della prescrizione ma, nel corso del giudizio di appello, vi aveva rinunciato: adesso potrà presentare ricorso in Cassazione. Oggi è stato condannato anche a risarcire le parti civili, l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, che ha chiesto e ottenuto una cifra simbolica (un euro), e l’Associazione Siciliana della Stampa, alla quale dovrà mille euro. Le parti private erano assistite dagli avvocati Francesco e Giuseppe Crescimanno e Francesco Greco. Romeo, che è iscritto all’Ordine siciliano, è sotto procedimento disciplinare di fronte al Consiglio di disciplina territoriale dell’Isola. (Agi)
Vicepresidente dell’Amministrativa, ha falsificato il Cud per diventare professionista