REGGIO CALABRIA – Sulle recenti minacce ai giornalisti Alessia Candito del Corriere della Calabria, Francesco Mobilio de Il Quotidiano del Sud e Pietro Comito dell’emittente LaC, il presidente di Confesercenti Calabria, Antonino Marcianò, giornalista pubblicista iscritto al Sindacato Giornalisti della Calabria, ritiene utile “un confronto ed un dibattito aperto con tutti” ed evidenzia “la necessità di non generalizzare, né scherzare con questo tipo di fenomeni, che non giovano all’intera Calabria”.
“Se ci sarà un consiglio comunale aperto, ben venga”, afferma Marcianò, “ma occorre andare oltre gli impegni formali, servono azioni concrete”.
Il presidente di Confesercenti Calabria interviene anche sulle recenti minacce al dirigente e presidente della squadra di calcio a cinque femminile dello Sporting di Locri, Ferdinando Armeni, deciso a lasciare e quindi a cedere anche a titolo gratuito la società perché particolarmente scosso dal fatto, nonostante la vicinanza di tutto il mondo sportivo, compreso quello nazionale.
Marcianò, nell’esprimere la propria vicinanza e quella di tutta la categoria che rappresenta, ricorda che “noi che facciamo della legalità una ragione d’essere, vorremmo dare il nostro contributo, il nostro sostegno. Ci auguriamo che la befana, nella calza, porti il regalo della tranquillità, del ritorno sui suoi passi del presidente della squadra di calcio femminile”.
“Vogliamo testimoniare ed essere vicini a questa squadra – aggiunge il presidente di Confesercenti Calabria – e, partendo da questo triste episodio, vorremmo trasformarlo in positivo utilizzando queste ragazze come segno di riscossa e di opposizione a questi fenomeni di intolleranza”.
“Bisogna essere fermi e decisi al di là delle formalità e dei proclami – conclude Marcianò – perché altrimenti resteranno vani anche gli appelli del vescovo che ha fatto a Natale, quando raccomandava di superare lo stato di povertà e di disagio che coinvolgono tantissime famiglie. Speriamo si tratti solo di una bravata ma resteremo sempre vigili e pronti a dare un contributo concreto affinché questa vergogna venga cancellata da azioni che possano dare il senso del riscatto di una intera popolazione”.
“Perché – chiosa il presidente di Confesercenti – se anche lo sport viene colpito da un fenomeno per il quale tutti, in questi anni, ci stiamo battendo per sconfiggerlo, allora è finita per la Locride e per la Calabria. Perché questo testimonia che a nulla valgono i proclami, gli impegni”.