MILANO – Presidio di solidarietà contro il licenziamento di una giornalista della Condé Nast che aveva ottenuto dal giudice il riconoscimento del ruolo di caporedattore nella causa per demansionamento. Lunedì 13 febbraio, dalle ore 11.30 in piazza Cadorna a Milano, la manifestazione di protesta davanti all’ingresso della casa editrice avrà luogo in concomitanza con la seconda giornata di sciopero proclamata dal Comitato di redazione e dall’assemblea dei redattori.
Il licenziamento è stato notificato il 7 febbraio, al termine di una serie di tentativi fatti all’interno (e anche fuori) del tavolo sindacale aperto con l’azienda nel dicembre scorso quando, come pubblicato da Giornalisti Italia, Condé Nast aveva avviato la procedura nei confronti della giornalista.
La protesta è motivata dal fatto che i giornalisti Condé Nast ritengono “inaccettabile il licenziamento di una collega mentre è in atto su tutto il gruppo un contratto di solidarietà difensiva volto proprio a evitare i licenziamenti e a ripartire i sacrifici economici su tutti i giornalisti della casa editrice”.
Insieme al Cdr, alla Federazione Nazionale della Stampa e all’Associazione Lombarda dei giornalisti, la redazione “chiede con forza il ritiro di questo licenziamento, che è assolutamente inopportuno anche perché segue una causa vinta dalla collega che contestava all’azienda il demansionamento (la sentenza ha stabilito il riconoscimento del ruolo di caporedattore e non di caporedattore ad personam quale era al momento dell’avvio della procedura di licenziamento)”.
Come già evidenziato da Fnsi e Alg, il licenziamento «è un atto gravissimo, che viola il patto siglato tra le parti, anche a livello nazionale, con il contratto di solidarietà difensiva. La solidarietà difensiva tra l’altro è un ammortizzatore sociale pagato dall’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, cioè dalle tasche di tutti i giornalisti, proprio per evitare i licenziamenti».
Per questi motivi i giornalisti Condé Nast hanno indetto due giorni di sciopero (il primo è stato effettuato ieri) per protestare contro questa decisione dell’azienda e chiedono all’Inpgi e a tutti gli organi competenti di valutare la legittimità del comportamento di Condé Nast. Assieme al sindacato nazionale e territoriale valuteranno tutte le iniziative possibili per contrastare questa azione unilaterale aziendale.
Fnsi e Alg chiedono, intanto, al ministero del Lavoro, all’Inpgi e a tutti gli organi competenti «di valutare la legittimità del comportamento di Condé Nast, che edita riviste di prestigio quali Vogue, Vanity Fair e molte altre, invitandoli ad adottare tutte le misure del caso per porre fine a questo comportamento».
Dal canto suo, Condé Nast si è limitata a replicare che “il comunicato scritto dalla Fnsi è strumentale e contiene informazioni non corrispondenti alla verità”. (giornalistitalia.it)
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