MILANO – «Il 26 gennaio l’azienda ha convocato tre colleghe per annunciare loro il licenziamento ai sensi della legge Fornero. Questo è avvenuto nonostante mesi di trattative e incontri volti a gestire senza traumi la chiusura di 4 testate del gruppo, annunciata a luglio, mentre era in atto un contratto di solidarietà difensiva, appena conclusosi».
È quanto affermano i giornalisti della Condé Nast, che, «riunitisi in assemblea, esprimono l’assoluta contrarietà alla risoluzione dei rapporti di lavoro, dichiarano lo stato di agitazione e entrano in sciopero a oltranza, fino alla revoca delle tre lettere di licenziamento e all’apertura di un tavolo di confronto con l’azienda e tutte le rappresentanze sindacali. Chiedono contestualmente il ricollocamento delle colleghe in un’altra testata del gruppo».
«L’azienda – proseguono i giornalisti – ha preso la sua decisione in modo unilaterale e senza che ci fosse stato l’incontro di verifica conclusiva della solidarietà, solidarietà che è costata moltissimo ai giornalisti in termini economici e di qualità del lavoro.
Nei due anni in cui essa è stata in vigore, sono usciti dall’azienda 26 giornalisti, che si sommano ai 29 già usciti con quella precedente. I giornalisti Condé Nast esprimono la propria preoccupazione sul fatto che, a oggi, l’unico piano di rilancio editoriale ipotizzato dall’azienda sia il taglio del personale e senza il ricorso agli ammortizzatori previsti per legge “per intervenire nei casi di reale sofferenza economica delle aziende”».
«E ripropongono pubblicamente – proseguono i giornalisti della Condé Nast – tre domande che da mesi non ottengono risposta:
1. Il nuovo corso aziendale consiste nell’accelerazione della crisi della carta e nella dismissione delle testate per andare verso una commistione sempre più forte con la pubblicità e fuori dalla deontologia giornalistica?
2. Come sono stati usati i soldi risparmiati grazie al contratto di solidarietà?
3. È possibile che tagliare posti di lavoro sia l’unica strada individuata per far quadrare i conti?». (giornalistitalia.it)
L’assemblea: “Proseguiremo ad oltranza fino alla revoca del provvedimento”