MILANO – «I giornalisti Condé Nast dichiarano lo stato di agitazione e contestano duramente la decisione dell’azienda di licenziare tre colleghi per motivazione economica a pochi giorni dalla chiusura di una breve campagna di incentivi (36 mesi netti), inaugurata dopo aver dichiarato 20 nuovi esuberi».
Lo comunicano gli stessi giornalisti del gruppo editoriale, che spiegano: «Dal 2013 a giugno 2019 i giornalisti impiegati nelle testate Condé Nast sono passati da 175 a 95 e scenderebbero a 86 in seguito ai licenziamenti e se vi fossero tutte le uscite richieste. In meno di sei anni, Vanity Fair, Vogue, Glamour, Wired, Gq, Ad e Traveller hanno visto le loro redazioni dimezzarsi. E il trend non accenna a cambiare».
«L’azienda, famosa in tutto il mondo per la bellezza e la qualità dei suoi giornali, – incalzano i giornalisti – punta sempre di più ad ampliare i propri orizzonti ad attività social, eventi e intrattenimento audio-video, tutte emanazioni 2.0 e 3D delle sue testate carta e web, che nel frattempo va svuotando dei giornalisti, sostituiti da altri profili e da collaboratori esterni che spesso forniscono contemporaneamente tanto i contenuti giornalistici quanto quelli commerciali».
«Dopo la nuova ed ennesima dichiarazione di esuberi – proseguono i giornalisti – e otto uscite su incentivo, Condé Nast Italia, che in passato ha gestito le situazioni di crisi siglando accordi di solidarietà e più di recente ha affrontato una chiusura di testata chiedendo unilateralmente una cassa integrazione a zero ore per quattro colleghe, ora ricorre ai licenziamenti plurimi, fatto che non ha precedenti, senza discutere di ammortizzatori sociali con le rappresentanze sindacali».
«La situazione è grave – incalzano i giornalisti – e preoccupante in senso lato. Sono in pericolo i posti di lavoro, il contratto giornalistico, la figura stessa del giornalista professionista e, nel ribadire l’intenzione di ridurre le redazioni al minimo, è in pericolo la qualità dell’informazione, nonché la sua imparzialità di fronte a possibili commistioni con il marketing e la pubblicità».
Dunque, «i giornalisti Condé Nast insieme con l’Associazione lombarda dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa chiedono quindi l’immediato ritiro delle lettere di licenziamento e l’apertura di un tavolo sindacale che arrivi a gestire la crisi con l’uso di ammortizzatori sociali».
«Condé Nast – fanno notare Fnsi e Assostampa Lombarda – ha avviato la procedura di licenziamento per tre giornalisti grafici, due della testata Vanity Fair e uno della testata Glamour. I licenziamenti avvengono dopo che otto colleghi hanno già firmato l’esodo incentivato proposto dall’azienda. Ma a Condé Nast non bastano queste uscite. L’azienda ha infatti dichiarato di volere ridurre l’organico di venti persone. La decisione di avviare il licenziamento è stata presa mentre il Comitato di redazione, rimasto con due colleghe di cui una a sua volta in uscita, deve essere rinnovato. La strategia dell’azienda è tagliare e tagliare, cosicché il numero dei giornalisti Condé Nast si è ridotto da oltre 200 a circa 80 in pochi anni. I licenziamenti individuali non hanno però precedente in azienda e avvengono malgrado il sindacato si sia detto disponibile a ragionare di ammortizzatori sociali evitando soluzioni traumatiche».
Alla luce di tutto ciò, Fnsi e Alg tornano a chiedere con forza il ritiro dei licenziamenti, l’avvio di un tavolo con il sindacato e la ricerca di una soluzione «che porti a dei risparmi, ma anche a una prospettiva di respiro più ampio e a un coinvolgimento dei giornalisti in tutti i progetti futuri». (giornalistitalia.it)
In 6 anni da 175 a 95 giornalisti che scenderebbero a 86: è agitazione