ROMA – «Il concorso Rai per giornalisti? Farlo sarebbe rischioso e contro ogni logica». Lo dichiara il professor Matteo Bassetti, infettivologo di fama internazionale, direttore dell’Unità operativa clinica Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, all’agenzia di stampa Prima Pagina News.
Intervistato dal direttore dell’agenzia, Maurizio Pizzuto, il prof. Bassetti, parla senza mezzi termini, di un “rischio contagio altissimo” per i 3772 giornalisti che dovrebbero ritrovarsi alla Fiera di Roma sabato prossimo, 10 ottobre, contendendosi 90 posti nei Tg regionali di tutta Italia.
Tra gli scienziati italiani più amati e conosciuti in Italia e all’estero, classe 1970, un diploma di specializzazione con lode e un dottorato di ricerca in Malattie infettive e Trapianti d’organo, Matteo Bassetti è reduce da una brillante esperienza nell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine, dove ha diretto la Clinica di Malattie infettive. È, inoltre, presidente della Società Italiana di Terapia Antiinfettiva (Sita) e Presidente del gruppo di studio delle infezioni nel paziente critico della European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (Escmid).
Insomma, – fa notare Prima Pagina News – quello di Bassetti è un curriculum da premio Nobel. E non è certo rassicurante che uno scienziato di tale portata affermi senza il minimo dubbio che «fare un simile concorso in questo momento non mi pare una cosa intelligente. Anche perché non è tanto il distanziamento da garantire, quanto invece tutto quello che riguarda gli ingressi, le uscite. È come se in uno stadio andassero 4 mila persone, oltretutto – immagino – non con l’organizzazione che si potrebbe avere in uno stadio».
Interpellato su un eventuale parere negativo che darebbe se fosse chiamato ad esprimere la propria opinione, il professore risponde altrettanto secco: «Mi pare di sì, evidentemente. Basti pensare che che c’è un Dpcm a cui sta lavorando stasera il Governo in cui si dice che non puoi fare una festa, non puoi fare un matrimonio con 200 persone e mettiamo nella stessa zona 4 mila persone? Ma che modo di fare è questo? È come se ci fossero cittadini di serie B e cittadini di serie A, non capisco».
Qual è, allora, – chiede Maurizio Pizzuto al professor Bassetti – il consiglio che un luminare della sua statura professionale e accademica darebbe oggi ai vertici della Rai?
«Per prima cosa direi loro di farlo in remoto se è possibile, adeguandoci per esempio a quello che fanno altri paesi».
«Oppure – incalza Bassetti – trattandosi di un concorso nazionale, lo si potrebbe fare attraverso delle sedi locali dove si avrebbe la possibilità di ridurre il numero. Un conto è controllare cento persone, e quindi riuscire a distanziarle per bene, altro conto è averne 4 mila. Non crede? Per giunta tutte in un colpo».
«Probabilmente – prosegue lo scienziato – i vertici Rai non hanno valutato bene la situazione attuale, che non è brutta, ma è una situazione in movimento. Sarebbe però abbastanza anacronistico che noi che abbiamo avuto grandi difficoltà per la scuola, e continuiamo ad averle, che negli stadi che sono all’aperto al massimo ci possiamo sistemare 1000 persone, poi facciamo un concorso con 4 mila persone. Mi sembra davvero troppo».
E «questo al di là del fatto di quale sia la situazione: o grave o non grave, – chiosa Bassetti, rispondendo al giornalista – 4 mila persone tutte insieme sono troppe dovunque. Del resto, ci sono delle disposizioni per le quale certe cose non andrebbero fatte. Basterebbe usare un po’ di logica, non le pare?». (giornalistitalia.it)