ROMA – Non riesco proprio ad accettare questa logica: se non applaudi sei un nemico, se non condividi sei un “ignorante”, se chiedi spiegazioni sei un “demagogo”.
Un modo barbaro di affrontare un problema, degno di chi ha un’idea proprietaria di tutto quanto di delicato riguarda un’azienda pubblica delicata, qual è la Rai.
Vediamo se con dieci punti riusciamo a togliere argomenti a quanti in male fede alimentano questa polemica e a fornire elementi di verità a chi vuole capire qual è la reale situazione:
1) l’Odg è favorevole al concorso per l’assunzione dei giornalisti Rai. Senza se e senza ma. È una strada che dovrebbe essere l’unica. Non è colpa dell’Odg se in passato ne è stata seguita un’altra, a volte nel silenzio di chi aveva titolo e dovere di protestare (anche l’Ordine dei giornalisti);
2) l’Odg ha collaborato al bando di selezione chiedendo fosse prorogato il termine di presentazione delle domande di ammissione perché c’erano dei colleghi, quelli della 116ª sessione, che avevamo superato gli scritti e stavano concludendo gli esami orali nell’aprile 2014;
3) l’Odg è stato tenuto all’oscuro di ogni cosa in questi 13 mesi, nonostante ripetute richieste, ed ha appreso il 9 giugno mattina dell’invio delle convocazioni;
4) l’Odg, negli ultimi giorni di maggio avendo raccolto una voce che riguardava Bastia Umbra, ha cercato una conferma, ma ha avuto da un dipendente Rai una smentita con l’indicazione che lì si stava svolgendo non so bene che cos’altro;
5) l’Odg ha saputo solo il 9 giugno che, invece, la sede era proprio quella;
6) l’Odg ritiene assolutamente corretto che per scegliere la sede del concorso sia stata fatta una gara: è la strada giusta, indipendentemente da un obbligo di legge, se si vuole garantire trasparenza amministrativa;
7) l’Odg non riesce, invece, a trovare normale che nella predisposizione del bando di gara non siano state inserite, ed era legalmente possibile farlo, richieste atte a garantire una non problematica accessibilità e una disponibilità alberghiera adeguata a una potenziale richiesta di 4.982 colleghi;
8) l’Odg ha da giorni chiarito la sua convinzione che la scelta di Bastia nasce da insipienza e nessun collegamento risulta possibile, in atti e non si capisce come potrebbe essere altrimenti, con la vicina scuola di giornalismo;
9) l’Odg ritiene che la comunicazione della data con 20 giorni di preavviso dimostri un disprezzo profondo per i problemi dei colleghi. Problemi logistici (Bastia non è il massimo per i collegamenti e sono rari e limitati ad alcune aree quelli diretti), economici (prenotare con largo anticipo gli spostamenti e gli alberghi consente risparmi significativi) e professionali (è patetico il riferimento dell’azienda al fatto che tutti hanno fatto gli esami e l’Odg ne ha riconosciuto la preparazione: hanno presentato domanda colleghi che hanno fatto l’esame anche più di venti anni fa);
10) l’Odg non solo ha fiducia in tutti, singolarmente, i membri della commissione, ma ritiene che tutti, singolarmente, meritino il rispetto dei partecipanti alla selezione.
È impossibile non registrare che c’è chi, anche alla ricerca di una qualche benemerenza aziendale, oltre a quanti non disponendo di corrette informazioni alimentano polemiche che toccano vette ineguagliabili nel ridicolo: l’Ordine non vuole che la Rai assuma giornalisti.
È una menzogna che merita l’attenzione di un attimo. Mentre è patetico l’atteggiamento di chi, invece di affrontare i problemi legati alla celebrazione del concorso, a seguito di scelte dissennate o miopi dell’azienda, inserisce nel dibattito altri argomenti, con il solo fine di creare confusione e distrarre l’attenzione.
Un esempio per tutti: il riferimento alla riforma della professione. L’Odg ha fatto pervenire senza indugio ad alcuni parlamentari le linee guida approvate dal Consiglio nazionale nel luglio dello scorso anno. Un deputato, giornalista professionista, Pino Pisicchio, nella sua autonomia, ha tratto spunti e presentato da mesi una proposta, dichiarandosi pronto ad interagire con l’Ordine su aspetti non marginali. Queste sono notizie pubbliche. Da mesi. E sono state oggetto di comunicazione al Cnog.
Non può l’Odg né l’onorevole Pisicchio stabilire il calendario dei lavori delle commissione e dell’aula. Può sollecitare l’iniziativa e lo ha fatto pubblicamente, anche con il premier. Matteo Renzi.
Affermare che la presidenza dell’Ordine non voglia la riforma della legge istitutiva, che è prerogativa del Parlamento, è come dire che l’Usigrai fin qui non ha voluto la riforma della Rai. La proposta all’esame della commissione Lavori pubblici del Senato è, infatti, di iniziativa autonoma del governo. Non è condivisa in parti essenziali dall’Usigrai che anche in una recente audizione, il 20 maggio, ha avuto il sostegno della presidenza dell’Odg, intervenuta in perfetta sintonia con il sindacato interno.
Enzo Iacopino
Presidente Consiglio nazionale
Ordine dei giornalisti