Formazione giornalisti a Crotone con il questore Panvino e il segretario Figec Cisal Parisi

Comunicare la legalità affinché nessuno resti solo

Lorenzo Manna, Carlo Parisi, Renato Panvino ed Enrico Palermo (Foto Bruno Palermo/Giornalisti Italia)

CROTONE – “Comunicare la legalità: la sicurezza urbana e il rapporto con gli stranieri” è stato il tema del corso di formazione professionale per giornalisti organizzato a Crotone dal dipartimento alta formazione della Figec Cisal con l’ente terzo InformaGiovani Ets.
Nel Salone della Lega Navale di Crotone, sul Molo Sanità, il segretario generale della Figec Cisal, Carlo Parisi (consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti), i giornalisti crotonesi coordinati dal fiduciario provinciale della Figec Cisal, Antonella Marazziti, coadiuvata dalla collega Francesca Travierso, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi a tutto campo con il nuovo questore Renato Panvino (insediatosi il 16 dicembre scorso), il primo dirigente della Divisione Anticrimine della Polizia di Stato, Enrico Palermo, e il commissario capo dirigente dell’Ufficio Sicurezza della Questura di Crotone, Lorenzo Manna. Indirizzi di saluto dal presidente della Lega Navale, Gianni Liotti, e dal segretario provinciale della Cisal, Mario Venneri, che si è detto «orgoglioso di ospitare nella casa confederale la sede della Figec di Crotone garantendo agli iscritti i servizi e le consulenze del Patronato e del Caf».

Il corso di formazione su “Comunicare la legalità: la sicurezza urbana e il rapporto con gli stranieri” alla Lega Navale di Crotone (Foto Bruno Palermo/Giornalisti Italia)

Messaggio di saluto e buon lavoro anche dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, che ha elogiato l’iniziativa ricordando che quello della formazione è uno dei temi più cari all’Odg.

Questura di Crotone

«Una intensa e interessante giornata di incontro e confronto – ha sottolineato Parisi – resa possibile grazie alla straordinaria disponibilità del questore Renato Panvino, uno degli uomini migliori della Polizia di Stato, da sempre impegnato, in territori difficili come il Sud del nostro Paese, a garantire legalità e sicurezza a tutela delle libertà dei cittadini».
In una società in continua evoluzione, la formazione dei giornalisti rappresenta, infatti, uno dei punti cardine dell’attività del nuovo sindacato dei giornalisti impegnato a tenere alta la bandiera della qualità dell’informazione.
«Un corso di formazione su “Comunicare la legalità” a Crotone – ha spiegato Parisi – assume una valenza ancora più importante perché rafforza il dialogo e il confronto tra giornalisti e forze dell’ordine in un territorio nella quale il crollo dell’occupazione legato alla crisi industriale ha elevato pericolosamente il rischio di illegalità e malaffare. Il tutto, non dimentichiamo, in una realtà che ospita il Cara (Centro di accoglienza richiedenti asilo) più grande d’Europa, quello di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto».

Lorenzo Manna, Carlo Parisi, Renato Panvino ed Enrico Palermo (Foto Giornalisti Italia)

«Siamo la porta d’Europa per l’ingresso degli stranieri», ha infatti ricordato il questore Panvino, sottolineando il grande lavoro che la Polizia di Stato sta dedicando alla cultura della legalità, con incontri soprattutto nelle scuole cittadine, palestre dei cittadini di domani.
Rispondendo a quesiti e curiosità, il Questore di Crotone ha illustrato l’applicazione delle misure di prevenzione quali strumenti necessari per arginare le comportamenti antigiuridici e riqualificare aree di territorio, per soddisfare bisogni sempre più crescenti riferiti alla qualità della vita ed alla vivibilità della città, a garanzia del pieno godimento degli spazi ove si svolgono le attività umane e si formano i rapporti sociali, eliminando turbative e criticità per la sicurezza urbana dei cittadini mediante l’utilizzo di provvedimenti monitori ed interdittivi (Daspo, ammonimento, Dacur, Sorveglianza Speciale, Avvisi orali e fogli di via obbligatori).

Il Cara di Isola Capo Rizzuto

Accanto ai fenomeni di criminalità organizzata, infatti, sussistono quei fenomeni di criminalità e illegalità diffusa che incidono sull’esigenza e la percezione di sicurezza dei cittadini. Temi, questi, approfonditi dai due dirigenti della Questura di Crotone, Lorenzo Manna ed Enrico Palermo, che hanno dettagliatamente illustrato il complesso lavoro che sta alla base delle attività di investigazione e di controllo.
«Sono un semplice operaio del diritto e un contadino del seme della legalità che si coltiva attraverso la comunicazione, rappresentata appunto dai giornalisti, che sono elemento fondamentale di qualsiasi lotta all’illegalità», ha detto il questore Panvino che ha poi illustrato le modalità di svolgimento delle operazioni di sbarco di cittadini extracomunitari approfondendo la materia dei provvedimenti di respingimento ed espulsione, dei controlli dei cittadini nel territorio nazionale, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio itinerante nell’ambito della provincia di Crotone.
«Siete strumento di percezione della legalità sul territorio», ha ricordato il questore Renato Panvino ai giornalisti sottolineando «l’impegno della Polizia di Stato a garantire le condizioni necessarie per favorire la crescita di una “occupazione sana” che sottragga, di conseguenza, manodopera alla criminalità».
Partecipato e intenso il dibattito che ha registrato numerose domande formulate ai relatori da parte della platea di giornalisti che si è mostrata particolarmente attenta e interessata. Il dibattito si è concluso dopo circa tre ore di intensa disquisizione della materia di pertinenza dei provvedimenti emessi dal Questore a garanzia della sicurezza pubblica con riferimento anche all’ex art. 100 Tulps (il Questore può sospendere la licenza di un esercizio nel quale sono avvenuti tumulti o gravi disordini o che sia abituale ritrovo di persone pericolose o pregiudicate o comunque costituisca un pericolo per l’ordine pubblico).

Lorenzo Manna, Carlo Parisi, Renato Panvino ed Enrico Palermo (Foto Giornalisti Italia)

Al centro del dibattito, ovviamente, anche “il sostegno ai medici che fanno bene il loro mestiere” e le limitazioni imposte dalla legge Cartabia varata nel governo guidato da Mario Draghi dal ministro ex presidente della Corte Costituzionale che, di fatto, ha imbavagliato i cronisti di “nera” e di giudiziaria di tutta Italia senza che né la Fnsi, né il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti avessero scritto un solo rigo prima della sua approvazione in Parlamento, né abbiano minimamente manifestato la loro contrarietà.
Unanime, infine, l’opinione che è impossibile parlare di sequestro e confische senza condanne e, soprattutto, parlare di giustizia senza la certezza della pena. (giornalistitalia.it)

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