ANCONA – Il Tar Marche ha bocciato la selezione per l’addetto stampa al Comune di Senigallia. La sentenza di annullamento della procedura selettiva arriva dopo l’accoglimento, l’11 ottobre scorso, dell’istanza cautelare presentata dal Sigim tramite un proprio associato. La sentenza è sindacalmente rilevante perché riconosce le chiare irregolarità compiute dal Comune di Senigallia, guidato da Maurizio Mangialardi (anche presidente dell’Anci Marche) nel percorso comparativo per assegnare un collaboratore coordinato e continuativo all’ufficio stampa dell’amministrazione cittadina.
Alla selezione si era iscritto un centinaio di colleghi, alcuni dei quali giornalisti professionisti con un curriculum di altissimo profilo, ma seguendo un facile copione, purtroppo usuale in molte amministrazioni pubbliche, la commissione esaminatrice ne aveva ammessi al colloquio orale molto pochi (in questo caso appena quattro). Una procedura non certo a prova di impugnazione.
La sentenza del collegio amministrativo (presidente Gianluca Morri, consigliere Tommaso Capitanio, estensore Francesca Aprile) ha infatti evidenzato vistose carenze di “motivazione” sia negli atti che hanno ristretto il campo dei candidati dopo l’esame curricolare, sia “nella determinazione di conferimento dell’incarico” (poi subito congelato).
Una selezione nata male. Il Sigim era intervenuto, con il suo segretario Roberto Mencarini, sul Comune di Senigallia già alla pubblicazione del bando, inizialmente riservato solo ai giornalisti pubblicisti in violazione della legge 150 del 2000.
Il Comune era stato, quindi, costretto ad ammettere alla prova anche i giornalisti professionisti, ma ciò nonostante, come poi denunciato dal Sigim, il posto di lavoro era stato assegnato con modalità palesemente discutibili.
Insomma, un errore dietro l’altro per il Comune di Senigallia, dopo la non edificante vicenda dello storico addetto stampa Marco Bertolini, sostanzialmente messo alla porta dopo venticinque anni di precariato.
Al sindaco Mangialardi, anche nel suo ruolo di presidente dell’Anci Marche, il forte invito del sindacato ad adottare percorsi selettivi virtuosi, rispettosi della legge e delle legittime aspirazioni dei concorrenti ad essere valutati secondo criteri di merito puntualmente misurabili.
Partecipare ai concorsi costa infatti impegno e soldi e nessun giornalista può esser preso in giro da procedure comparative mal gestite.
Con questa vittoria al Tar, ottenuta attraverso un proprio associato assistito dal legale del sindacato, Mauro Buontempi, il Sigim riafferma il suo ruolo di vigilanza territoriale a tutela dei colleghi, del mercato del lavoro e di una corretta informazione.
Bocciata la selezione per l’addetto stampa. Soddisfazione per Roberto Mencarini