PESARO (Pesaro-Urbino) – «Carissimo Daniele Vimini, non vorrei pensare che dietro l’intervento, espresso come vice sindaco di Pesaro, ci sia un tentativo di bavaglio all’informazione, come molti colleghi temono, ma voglio credere in un grosso equivoco».
Inizia così la lettera che Franco Elisei, presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, ha inviato all’amministrazione comunale di Pesaro, indirizzandola al vice di Matteo Ricci, intervenendo sul caso sollevato dal comunicato stampa – trasmesso dallo stesso Vimini – con cui il Comune annuncia querele contro gli odiatori seriali, da individuare spulciando non solo tra le pagine Facebook, ma anche attraverso una sistematica “azione di monitoraggio e denuncia” con tanto di “vaglio di interviste e interventi a mezzo stampa”.
«La tensione che si è creata in questi ultimi tempi, – scrive Elisei – invece di trasformarsi in solidarietà e responsabilità, molto spesso ha alimentato sentimenti di intolleranza e inaccettabili reazioni. Gli attacchi alla dignità delle persone – come viene affermato nel comunicato del Comune –, gli atti diffamatori e ingiuriosi, vanno giustamente e fermamente condannati. E Facebook non è spazio franco e libero da ogni regola. Non lo è neppure per i giornalisti, che rispondono della loro credibilità su ogni piattaforma, non solo sulle colonne della testata che rappresentano».
«Ma non voglio credere – incalza il presidente dei giornalisti marchigiani – che i rilievi mossi dall’amministrazione, siano diretti a loro, quanto a qualche oppositore/contestatore ospitato legittimamente dalle testate che non si limiti a critiche motivate ma trascenda in estremi da reato. A meno che non si intenda accusare di complicità o compiacenza anche qualche giornalista».
«Da ciò il mio invito – prosegue Elisei – a chiarire meglio il riferimento a quell’“azione di monitoraggio e denuncia….” che l’amministrazione comunale intende attuare e che “comprenderà anche il vaglio di interviste e interventi a mezzo stampa”. Un chiarimento necessario – ribadisce il presidente dell’Odg Marche – soprattutto per non confondere ciò che è diritto di critica da parte dei giornalisti, ribadito anche dalla Corte di Cassazione e ciò che invece rientra in un’inaccettabile mancanza di rispetto della dignità umana, degenerata in espressioni diffamatorie e ingiuriose di eventuali interlocutori, dalle quali i colleghi devono deontologicamente prendere le distanze». (giornalistitalia.it)
LEGGI ANCHE: Pesaro, il Comune alla stampa: “Vi controlliamo”