LIVORNO – Il sindaco grillino Filippo Nogarin dà il semaforo verde alle “nuove modalità di accesso a Palazzo” e il quotidiano Il Tirreno non esita a denunciare: “Livorno l’unico municipio in Toscana chiuso ai cittadini”. Da oggi, infatti, in applicazione della delibera di Giunta n. 307, del 21 giugno scorso, scatta la sperimentazione fino al 31 dicembre che dispone l’accesso in Comune “soltanto dopo aver lasciato in deposito il documento di identità e quindi aver ritirato il pass alla guardiola dei commessi”. È obbligatorio “il controllo continuativo delle generalità all’entrata al piano terra, sia durante gli orari di apertura al pubblico degli uffici, sia in tutte le occasioni di carattere pubblico come il consiglio comunale, le commissioni consiliari o le conferenze stampa. È stato anche previsto uno specifico «press pass» senza scadenza per i giornalisti che si accrediteranno”, anche se questo punto è frutto della marcia indietro del sindaco dopo la denuncia del Tirreno che, giustamente, aveva fatto notare che “è vero che i giornalisti sono cittadini come tutti gli altri, ma a differenza di molti altri, in Comune ci vanno per lavoro, per raccontare i fatti, per raccogliere informazioni, per parlare con le loro fonti, che hanno il diritto di non rivelare”. Alla fine, quindi, il sindaco è tornato sui suoi passi e dal municipio hanno confermato che i giornalisti accreditati potranno circolare nel palazzo mostrando il pass. Senza dover per forza avere un appuntamento con qualcuno e senza dover dire da chi vanno. Avranno un pass che consentirà l’accesso senza limiti nell’orario di apertura del Palazzo comunale (dalle 9 alle 20).
Certo, il giorno di debutto degli “accessi limitati” è stato un vero disastro. Da stamani i cittadini sarebbero dovuti entrare nel palazzo solo dopo aver consegnato un documento e ritirato il pass, ma il personale in rivolta per il mancato pagamento della produttività, con tanto di assemblea sindacale al piano terra, ha fatto fallire il blocco degli ingressi.
Quanto alla “regolamentazione” degli accessi in occasione delle sedute del Consiglio Comunale, vale la pena ricordare che il testo unico sugli enti locali, art. 38 comma 7 prevede che “le sedute del consiglio e delle commissioni sono pubbliche salvi i casi previsti dal regolamento”, ovvero nei casi in cui, con motivata delibera adottata a maggioranza assoluta, il Consiglio Comunale decida di adunarsi in seduta segreta tutelare la riservatezza delle persone oggetto di discussione.
Per non parlare dei diritto alle riprese in aula: il secondo comma dell’art. 54 Costituzione sancisce che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Il dovere di fedeltà “non può implicare, però, una compressione all’esercizio dei diritti di libertà e dei diritti fondamentali”. (giornalistitalia.it)
Grazie al Tirreno, marcia indietro del sindaco sull’accesso “controllato” dei giornalisti