BOGOTA’ (Colombia) – Oggi si saprà se i corpi senza vita trovati alla fine della settimana scorsa in Colombia corrispondono a quelli dei giornalisti ecuadoriani sequestrati a marzo e uccisi dalla dissidenza delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Lo ha detto Patricio Segarra, figlio di una delle tre vittime nel vivo di una polemica tra i due paesi sudamericani. L’Ecuador aveva, infatti, inviato una nota di protesta formale criticando il fatto che la Colombia avesse fatto filtrare informazioni in anticipo e non confermate, in contrasto con le regole degli organismi internazionali.
“Secondo quanto ha riferito l’istituto di medicina legale, l’identificazione totale delle vittime non ci sarà prima del pomeriggio di lunedì e il verdetto positivo o negativo verrà reso noto attraverso le famiglie”, ha detto Segarra citato dal quotidiano “El Espectador”.
La Colombia aveva risposto alla protesta esprimendo “sorpresa” e ricordando che sin dall’inizio della “tragica” vicenda “ha messo a disposizione dell’Ecuador” ogni aiuto e conoscenza. (agenzia nova)
Il giornalista Javier Ortega, 32 anni, il fotografo Paul Rivas, 45 anni, e il loro autista Efrain Segarra, 60 anni, lavoravano per il quotidiano ecuadoriano El Comercio e sono stati rapiti dai guerriglieri dissidenti delle Farc il 26 marzo scorso. Il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, ad aprile ha confermato la loro morte vicino al confine con la Colombia.
Gli ecuadoriani Javier Ortega, Paul Rivas ed Efrain Segarra rapiti il 26 marzo