BOGOTA’ (Colombia) – Il Comitato per la protezione dei giornalisti (in inglese Committee to Protect Journalists, acronimo Cpj) ha espresso preoccupazione per i “dettagli allarmanti” emersi in Colombia dall’inchiesta del settimanale “Semana” e che ha portato già alla rimozione di una decina di ufficiali dell’esercito.
Nell’inchiesta, intitolata “I file segreti”, il settimanale rivela un elenco di 130 persone, tra giornalisti locali e stranieri, politici e magistrati, le cui attività sarebbero state “monitorate” dall’intelligence militare colombiana.
L’inchiesta svela “dettagli molto allarmanti su come il programma dell’esercito colombiano metta a rischio giornalisti internazionali e locali e le loro fonti”, ha dichiarato la coordinatrice del programma del Cpj per l’America centrale ed il Sud America, Natalie Southwick, che chiede un’inchiesta trasparente.
“Il governo del presidente Ivan Dunque – ha aggiunto Southwick – deve agire rapidamente per identificare i responsabili e garantire che affrontino le conseguenze appropriate”. Tra i giornalisti stranieri “monitorati”, secondo “Semana” c’è anche il corrispondente per le Americhe del Cpj John Otis, che lavora anche per il Wall Street Journal e la National Public Radio.
Nell’elenco di 130 persone “monitorate” dall’intelligence militare colombiana ci sono diversi giornalisti statunitensi. Tra i reporter finiti nel mirino degli 007 figura l’ex corrispondente nel Paese sudamericano del New York Times, Nicholas Casey.
Nel dossier sul giornalista, sottolinea il settimanale, sono state elencate le sue possibili fonti, foto delle persone con cui è stato in contatto per motivi personali e professionali e prove di suoi possibili collegamenti con “aree di influenza delle Farc”.
Oltre a Casey, figura nell’elenco Juan Forero, oggi a capo della redazione del The Wall Street Journal in Colombia. Il suo caso, secondo “Semana”, è esemplificativo delle attività svolte dall’intelligence militare. Nella sua “cartella”, infatti, figura anche una foto di suo padre. Nella lista c’è anche John Otis, corrispondente dall’America Latina della National Public Radio (Npr). E ancora il fotografo Stephen Ferry ed il fotoreporter Lindsay Addario, autore di un servizio sull’Esercito di liberazione nazionale.
Ma anche i giornalisti colombiani non sarebbero sfuggiti al controllo dell’intelligence militare, come Daniel Coronell, presidente di Univision news, Yolanda Ruiz, di Radio Rcn, Maria Alejandra Villamizar, analista di Noticias Caracol, Gina Morelo di El Tiempo e Ignacio Gomez di Noticias Uno. (adnkronos)