GROSSETO – È in prognosi riservata il giornalista Giuliano Ferrara, ricoverato nel reparto di rianimazione cardiologica dell’ospedale Misericordia di Grosseto a seguito di un attacco cardiaco. Il fondatore del “Foglio” è stato colto dal malore mentre si trovava nella sua campagna in Maremma nella serata di giovedì 27 gennaio. Ferrara è arrivato in ospedale intorno alle 23.
Poco dopo l’1 di venerdì 28 gennaio è stato sottoposto d’urgenza a un intervento di angioplastica coronarica dall’equipe cardiologica guidata dal dottor Andrea Picchi. L’operazione è riuscita e il giornalista si trova nel reparto di terapia intensiva cardiologica. Le sue condizioni sono definite gravi ma stabili dai sanitari. La famiglia, secondo quanto apprende l’Adnkronos, ha chiesto il massimo riserbo alla direzione dell’ospedale sulle condizioni del proprio congiunto.
Giovane militante comunista e responsabile della federazione cittadina del Pci torinese, europarlamentare per il Partito Socialista, ministro per i rapporti con il Parlamento del primo Governo Berlusconi, Giuliano Ferrara è uno dei più affermati giornalisti politici, noto per le sue posizioni anticonformiste: è stato il fondatore del quotidiano “Il Foglio” nel 1996, che ha diretto fino al 2015, quando ha ceduto il timone a Claudio Cerasa, conservando per sé i ruoli di commentatore ed editorialista, firmandosi con il simbolino di un “elefantino”. Sempre nel 1996 assunse anche la direzione del settimanale “Panorama” che, però, tenne solo per circa un anno.
Ferrara ha conquistato una vasta popolarità come commentatore e conduttore televisivo, portando in tv un giornalismo d’inchiesta spettacolare e provocatorio con programmi come “Linea rovente” (1987), “Il testimone” (1988), “Il gatto” (1989), “L’istruttoria” (1991), “Diario di guerra (e pace” (2001), “8 e mezzo” (2002-08) e “Qui Radio Londra” (2011-12).
Nato a Roma il 7 gennaio 1952, Giuliano Ferrara ha respirato politica fin da bambino in una famiglia antifascista e partigiana: è figlio del senatore comunista Maurizio Ferrara (1921-2000), direttore del quotidiano “l’Unità” e presidente della Regione Lazio, e di Marcella De Francesco (1920-2002), a lungo segretaria particolare del leader comunista Palmiro Togliatti e poi caporedattore della rivista settimanale del Pci “Rinascita”.
Dopo aver partecipato tra gli anni Sessanta e Settanta al movimento studentesco, Giuliano Ferrara ha svolto attività politica nelle file del Pci: a Torino nel 1973 è responsabile del coordinamento provinciale Fiat ed esordisce come giornalista sul quindicinale “Nuova società”; nel 1977, sempre per il Pci torinese, è responsabile del settore scuola e cultura, per poi divenire due anni dopo segretario cittadino, quindi consigliere comunale (1980) e capogruppo in municipio.
Ferrara ha sempre coltivato la passione per il giornalismo, collaborando fin da giovane con il settimanale “L’Espresso”, e dal 1982 con il “Corriere della sera” con la rubrica “Bretelle rosse”. Nei primi anni Ottanta è stato uno degli intellettuali dell’area “migliorista” del Pci, vicina alle posizioni di Giorgio Napolitano.
Passato in seguito al Psi, è stato deputato al Parlamento europeo per il gruppo socialista (1989-1994), quindi è entrato a far parte del movimento politico Forza Italia, ed è stato ministro per i rapporti con il Parlamento nel governo Berlusconi (1994-95).
Ferrara è tornato alla politica attiva come candidato per Forza Italia e la Casa delle Libertà alle elezioni politiche suppletive per il seggio vacante del collegio elettorale del Mugello, in Toscana, per il Senato, del 9 novembre 1997, quando venne sconfitto dall’ex pm simbolo di Mani pulite, Antonio Di Pietro, candidato dell’Ulivo.
Un decennio dopo, nel 2007, Ferrara ha riaperto il dibattito sul tema dell’aborto e ha proposto una moratoria internazionale. Alle elezioni politiche del 2008 si è presentato alla Camera dei deputati con la lista da lui fondata nello stesso anno, “Associazione difesa della vita. Aborto? No grazie”, che non ha superato la soglia di sbarramento.
Ha pubblicato vari saggi, tra cui: “Ai comunisti: lettere da un traditore” (1991); ”Informazione e politica” (1994); “Non dubitare. Contro la religione laicista” (2005); “Il Royal baby. Matteo Renzi e l’Italia che vorrà” (2015).
È nota, infine, la sua passione per la musica, soprattutto quella classica: Ferrara è un frequentatore abituale dei concerti dell’Accademia di Santa Cecilia e degli spettacoli del Teatro dell’Opera di Roma. Nella sigla del suo programma “L’Istruttoria” del 1991, cantava lui stesso l’aria di Leporello che apre il “Don Giovanni” di Mozart. (adnkronos)