L’abisso di una donna del Sud per la sottile violenza di persone “educate e perbene”

Claudia Marin: Imperfezioni della “sacra” borghesia

Claudia Marin

ROMA – Un romanzo individuale e familiare, che indaga e scarnifica un tabù: la violenza psicologica domestica in un ambiente della buona e “sacra” borghesia, un ambiente nel quale formalismo, buone maniere e ipocrisia impediscono di “vedere” certi comportamenti, fino al punto di negarli o di derubricarli a normale dialettica coniugale.
È “Imperfezioni” (Rubbettino Editore, 16 euro) il nuovo libro di Claudia Marin, giornalista del Quotidiano Nazionale che, dopo “Figlie uniche”, pensava ad un “romanzo di formazione” (Bildungsroman), ma ha finito per regalarci un romanzo di denuncia del farisaismo perbenista che ancora finge di non vedere la violenza psicologica familiare piccolo-borghese.
Azzurra, la protagonista, è microscopicamente ritratta nel suo soffrire, a sopportare, in apparenza passivamente, le mortificazioni, le angherie, le sopraffazioni, le sottomissioni, fino alla violenza di suo marito, nel chiuso delle pareti della loro “bella” casa. Le pagine sono anche la trama, sofferta e gravida di ferite e di contraddizioni, di un tenace percorso di consapevolezza, di liberazione e di autonomia.
Azzurra è una giovane mamma di tre bambini, nata in una famiglia “perbene” e “perbenista” del Sud che, dopo un’infanzia e un’adolescenza serene, quasi da cartolina, si laurea in architettura. Subito dopo la fine degli studi incontra l’uomo del suo destino.

Claudia Marin

Con Andrea è colpo di fulmine, anzi di più: lui le chiede subito di sposarlo. Sembra un ragazzo “perfetto”. Andrea, però, fin dall’inizio della vita insieme comincia a denigrarla. Ogni pretesto è buono: lei guadagna troppo poco, è una “fallita”. Oppure trascura la famiglia per inseguire obiettivi professionali inconsistenti. Oppure non ha carattere, non sa educare i bambini e in generale è una persona incapace.
Andrea possessivo, la controlla, la frena. Vuole sostituirsi ai suoi pensieri e alle sue scelte. E Azzurra sembra a un certo punto davvero convinta di essere una nullità. Ma la banalità di tutto quel male che quotidianamente, e ormai “d’abitudine,” suo marito le riversa addosso, ha la strada segnata. Azzurra, proprio quando potrebbe sembrare inesorabilmente annientata, trova, in se stessa, invece, in un finale che appare come un’epifania progressiva, una forza inaspettata. Forse perché in fondo, per la salvezza, non esistono tempi massimi.
All’apparenza, “Imperfezioni” è un romanzo che si rivolge a un pubblico di lettrici borghesi, donne di buona famiglia e di ottima formazione, magari esteriormente perfette nei loro ambienti professionali e sociali. Donne che, però, dietro le loro maschere formali nascondono spesso vite violate da frustrazioni, ferite e condizionamenti, quando non da vere violenze domestiche, tenute celate nel nome del superiore interesse familiare e di una forma di perfezionismo esteriore.
In realtà, però, la storia parla a tutti: alle donne come agli uomini, ai giovani come ai meno giovani, alle ragazze e ai ragazzi; perché racconta di un confine invisibile, ancestrale e immanente, facilmente valicabile: quello che separa la normalità dall’abisso, nel quale si può cadere senza rendersi troppo conto, con uno scalino dell’autostima che cede verso il basso giorno dopo giorno. Ma dal quale si può anche risalire.
Il romanzo è originale perché non è un classico libro di denuncia di una storia di violenza e sopraffazione di un uomo ai danni di una donna in un contesto di degrado o di scontata dinamica di dominio uomo-donna. È, invece, il racconto dei processi e dei meccanismi, sottili, intimi, psicologici che si mettono in moto o che possono mettersi in moto anche nelle condizioni più normali e apparentemente più sicure, “educate” e perbene. È il racconto di una sopraffazione e di un riscatto dentro un quadro familiare esteriormente idilliaco. (giornalistitalia.it)

CHI È CLAUDIA MARIN

Claudia Marin

Claudia Marin, napoletana con ascendenze venete, laureata con 110 e lode in Scienze Politiche all’Università Federico II di Napoli e con un dottorato di ricerca in Filosofia e Teoria giuridica, sociale e politica nella Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo partenopeo, è giornalista professionista iscritta all’Ordine del Lazio dal 19 febbraio 2001 e vive a Roma.
Lavora per il Quotidiano Nazionale, da sempre è ostaggio della follia della scrittura creativa. Fin dai banchi delle elementari, quando si inventava gli «amici immaginari», ha scritto, riscritto, sovrascritto e cancellato storie e racconti. Ha deciso di venire allo scoperto con il romanzo “Figlie uniche” (2021). Subito seguito dalla nuova impresa narrativa: “Imperfezioni”. (giornalistitalia.it)

 

 

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