PERUGIA – Un civilista e un penalista cassazionista sono da giorno al lavoro per preparare uno “scherzo” alla Rai, degno delle migliori trasmissioni di Canale 5. Umiliati dalle date, costretti a viaggiare per raggiungere la “centralità” di Bastia Umbra, i giornalisti che ambivano ad entrare nella graduatoria per un posto nelle sedi regionali Rai e scartati dalla prima manche del concorsone del giorno 1 luglio, preparano una class action.
L’obiettivo dell’esposto che nei prossimi giorni verrà recapitato al Procuratore Capo di Perugia è di far saltare una selezione che ha generato più di qualche problema. A partire dalla data, per finire con la scelta dell’Umbria, in aggiunta a quiz giudicati “inadeguati” alle conoscenze che dovrebbe avere un giornalista. Soprattutto se ambisce ad un posto in una sede regionale dove si “mastica pane e cronaca”, invece delle domande poste nello show di Bastia, incentrate su improbabili “archi a sesto acuto”, “cariatidi” e chi era il vincitore delle politiche in India e Turchia con l’aggiunta dei partiti turchi. Per non parlare di Quintino Sella e del suo pareggio di bilancio.
I ricorrenti, una trentina di giornalisti per il momento capitanati da Massimiliano Cannalire, di Radio Cusano Campus, attaccano la Rai per aver taciuto per “13 mesi” e sostengono che dalle procedure di selezione “è emerso chiaro l’intento di creare una fraudolenta, odiosa selezione, che automaticamente scalasse gli iniziali 4982 a un numero assai ridotto”.
Così la scelta dell’1 luglio, “quando tanti colleghi professionisti avevano già preso accordi per le sostituzioni di quelli andati in ferie e non sarebbero mai stati in grado di farsi, a loro volta, sostituire… per la trasferta”. E a riprova dell’accusa, gli avvocati Luca Ciai e Marco Cinquegrane, sostengono che alla prova abbia partecipato solo il 44% degli iscritti, “ricusando un comportamento di rara arroganza degli organizzatori e una maniera indecente di gestire una situazione professionale così delicata”.
E poi il giallo degli hotel di Bastia, dove i ricorrenti sostengono che alcune prenotazioni siano arrivate “prima del 9 giugno”, quasi a paventare una fuga di notizie.
Quindi, l’attacco durissimo ai quesiti: “Come è possibile – scrivono – in un concorso Rai non porre una domanda sulla storia delle televisione e radio di Stato? E Come è possibile inserire la domanda su un unico cantautore, Guccini, che di certo non è il più popolare?”.
L’ultima “osservazione” è dedicatala rispetto della privacy. I ricorrenti scrivono alla Procura: “Non è mai stata resa pubblica una graduatoria con i relativi punteggi di fianco a nomi e cognomi, ma una lista totale con il dato sensibile della data di nascita” mentre la lista degli ammessi è stata prima resa pubblica on line e poi accessibile agli interessati tramite le credenziali fornite in precedenza. Insomma c’è n’è abbastanza perché la Procura di Perugia si metta al lavoro. (affaritaliani.it)
“Selezione fraudolenta e quiz inadeguati”. Il ricorso parte da un giornalista romano