ROMA – La Cisal esprime il pieno sostegno alla lotta in corso dei lavoratori de “L’Ora della Calabria” costretti a presidiare la sede della redazione ed auspica una soluzione rapida della vertenza con il reperimento delle risorse necessarie alla continuazione delle pubblicazioni del quotidiano, assicurando così il ripristino di quel servizio informativo alla Calabria riconosciuto sia per la sua efficace e moderna qualità professionale che per il rispetto di una tradizionale impostazione di indipendenza politica tipica di quelle voci “fuori dal coro”, purtroppo sempre più rarefatte nello scenario editoriale italiano.
L’assenza dalle edicole de “L’Ora della Calabria”, un giornale che fino ad oggi ha saputo raccontare la Calabria, i suoi problemi e le sue speranze con un occhio attento e libero, intercettando le storie e le criticità che spesso non trovano spazio nel mondo dell’editoria, rappresenta un momento estremamente buio della storia dell’informazione nella nostra regione ed una grave intimidazione alla libera informazione.
Oggi più che mai difendere il posto di lavoro e la libertà d’informazione è un obiettivo che non può sfuggire a nessuno, soprattutto se si tiene presente che quando si spegne una voce libera è una grave perdita perché il rischio è di far perdere l’occupazione a tantissimi lavoratori.
Così come del resto sostenuto, tra gli altri, dal Sindacato Giornalisti della Calabria che, attraverso il suo segretario regionale, Carlo Parisi, sottolinea che “La chiusura sembra un atto ritorsivo, un’inutile e dannosa prova di forza che indebolisce ulteriormente il circuito della stampa libera in Calabria”.
Non possiamo non ricordare che “L’Ora della Calabria” si era conquistato, a costo di enormi sacrifici da parte dei suoi ottimi collaboratori, un posto di primo piano nel panorama dell’informazione calabrese, agendo con impegno autonomo e peculiare.
La sua chiusura priverebbe i calabresi di una fonte di informazione preziosa e di un pezzo di democrazia.
Siamo solidali con la redazione de “L’Ora della Calabria” nella sua vertenza con la proprietà e nelle trattative con gli eventuali acquirenti. “L’Ora della Calabria” non deve chiudere. Pensiamo che si debba porre il tema più generale del diritto di informazione plurale dei cittadini calabresi.
Seppure in un momento tanto difficile per l’editoria, non possiamo assistere in silenzio al graduale e inesorabile smantellamento della libertà di informazione, di cui “L’Ora della Calabria” rappresenta un irrinunciabile punto di riferimento.
Francesco Cavallaro
Segretario Generale della Cisal