ROMA – Sophia Loren, giovanissima, in posa per i paparazzi sul cofano di un’auto. Federico Fellini che asciuga i piedi di Anita Ekberg, dopo il bagno nella Fontana di Trevi per La Dolce Vita. Ovviamente Benito Mussolini, che nel gennaio 1936 pone la prima pietra dei futuri studios. Ma anche le maestranze al lavoro, il “cocomeraro”, come si dice a Roma, che continua a vendere sul marciapiede nonostante il via vai dei nuovi divi. E tutta l’Italia “fuori” dal set, che scopre il sonoro e vive il boom economico guidata da Mike Bongiorno, per poi conoscere gli anni bui del terrorismo e del rapimento Moro, le denunce di Pasolini, l’avventura dello sbarco sulla Luna e la tragedia dei primi barconi di migranti.
E ancora la strage di Capaci che scuote il paese e gli Oscar a Benigni (che scuote, questa volta lui, l’Academy di Los Angeles), fino all’arrivo della tv e del Grande Fratello, proprio lì nel tempio assoluto del cinema italiano.
Gli Studi di Cinecittà compiono 80 anni e festeggiano con una grande mostra realizzata con Ansa, “Cinecittà – Fatti e personaggi tra il cinema e la cronaca”, fino al 7 maggio 2018 al Teatro 1 degli storici stabilimenti sulla Tuscolana.
Un racconto in più di 150 immagini e filmati dagli Archivi dell’Istituto Luce e dell’Ansa che ripercorrono 80 anni di storia d’Italia intrecciando divi e capolavori con vita quotidiana, sogni e grandi eventi di cronaca.
«Da luglio, Cinecittà è tornata al pubblico – spiega il presidente dell’Istituto Luce-Cinecittà, Roberto Cicutto – Vogliamo che diventi un luogo aperto, di approfondimento, divertimento e curiosità. E avremo sempre più esposizioni, workshop».
Per un compleanno così importante, prosegue, «come non si poteva non fare una cosa con Ansa? Sono entrambi due istituti custodi della storia. Ne è nata una mostra interessante e divertente, che mette in parallelo ciò che accadeva dentro e “fuori” da queste mura».
«Ansa e Cinecittà sono due istituzioni pilastri del Made in Italy, una ottantenne, l’altra un pochino più giovane con i suoi 72 anni di lavoro; una specchio del paese, l’altra fabbrica di sogni», ricorda Elisabetta Stefanelli, caporedattore cultura dell’Agenzia, che ha curato il coordinamento editoriale della mostra.
«C’è chi tra queste immagini ritroverà momenti della propria vita», spiega. Ma la mostra, arricchita anche di due postazioni video e un catalogo edito da Ansa e Luce-Cinecittà, a cura di Mauro e Lorenzo Vallinotto e di Luigi Oggianu, con testi di Giorgio Gosetti, «è dedicata molto ai giovani. Per loro – prosegue – sarà interessante scoprire il divisimo pre-social, come lavoravano i fotografi per strada o dietro le quinte di Cinecittà prima di Facebook».
Dai telefoni bianchi ai kolossal di Ben Hur, tra la Magnani e la Lollo e poi il Nerorealismo, Visconti, la Dolce Vita e le risate all’italiana con Vittorio Gassman/Brancaleone, Don Camillo e Peppone, l’immenso Alberto Sordi, fino al cinema “d’autore” da Bellocchio ad Amelio e Nanni Moretti, passando per Tornatore e Salvatores, ecco la Roma che cambia, lo star system che cresce, la magia del cinema italiano. Ma anche, forse, il suo più grande talento. Ovvero, conclude Cicutto, «come i momenti di decadenza della società siano sempre stati riscattati dalla capacità del cinema di farne oggetto di riflessione e di arte». Perché al di là di quella polvere di stelle, «il fuori da queste mura e il dentro sono sempre inevitabilmente uniti». (ansa)