PECHINO (Cina) – E’ iniziato oggi a Pechino il processo a Gao Yu, la giornalista che si trova in stato di fermo da aprile con l’accusa di aver divulgato i contenuti del documento del Partito Comunista Cinese numero nove, che elencava i problemi relativi alla stabilità del Paese. Gao Yu deve rispondere del reato di divulgazione di segreto di Stato, e il processo a suo carico si è aperto questa mattina, ora locale, presso la Corte Intermedia del Popolo numero 3 di Pechino.
Nel maggio scorso l’emittente televisiva statale cinese CCTV, aveva affermato che erano state trovate “importanti prove” a suo carico, e che la donna aveva confessato di avere passato ad alcuni esponenti della stampa straniera il testo del documento.
Lunedì scorso la donna, in un’udienza preliminare, avrebbe dichiarato di avere confessato il reato per paura di ripercussioni sul figlio, Zhao Meng. E’ la seconda volta che la giornalista, oggi settantenne, affronta un processo con questa accusa: nel 1993 era stata condannata a sei anni di carcere.
Tra i i pericoli che il Partito comunista teme per il Paese vi sono, descritti nel documento, la riforma della politica verso un sistema democratico in stile occidentale, l’indipendenza della stampa dal potere politico e quelli che definisce come “diritti universali”, tra cui i diritti umani; inoltre, mette in guardia i funzionari del partito sia da intromissioni esterne che interne.
Da eliminare dal dizionario politico di Pechino anche il termine “neo-liberalismo”, e la critica definita “nichilista” del passato recente cinese. (Agi)
Gao Yu, in stato di fermo da aprile, è accusata di aver divulgato il documento n.9