CAMPOBASSO – «Questo avviso pubblico manca di una cosa sola: delle iniziali di chi deve vincere». Non usa mezzi termini il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Vincenzo Cimino, che ha tenuto oggi una conferenza stampa per contestare l’avviso pubblico dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Agricolo, Rurale e della Pesca (Arsarp), per la selezione di 1 esperto (profilo Esperto senior) per la stipula di un contratto di collaborazione, della durata di 24 mesi, nell’ambito delle attività di comunicazione dei Programmi di Sviluppo Rurale della Regione Molise.
Cimino, il vicepresidente Cosimo Santimone, il segretario Marcella Tamburello e il segretario Luigi Albiniano, sentito il parere dell’avvocato Antonino Mancini, hanno annunciato che, se l’Arsarp non modificherà i requisiti del bando, l’Ordine dei Giornalisti del Molise intraprenderà «tutte le azioni possibili onde addivenire ad una rapida rimodulazione del testo, non ultimo il ricorso alle vie legali che sono consentite all’Ordine quale ente di diritto pubblico a tutela della categoria tutta».
Sotto accusa l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti da almeno 8 anni, la laurea magistrale o specialistica o vecchio ordinamento in scienze della comunicazione, lettere o scienze umanistiche e, soprattutto, la «comprovata esperienza lavorativa superiore a 5 anni nell’attività di assistenza tecnica ai Programmi di Sviluppo Rurale, nell’area comunicazione, espletata con contratti di lavoro di natura flessibile; in alternativa 10 anni di esperienza lavorativa maturata in attività di assistenza tecnica nell’ambito dei programmi nazionali e comunitari, nell’area comunicazione, con contratti di lavoro di natura flessibile».
Indossando i panni del sindacalista, Enzo Cimino si è detto «contento che quest’agenzia abbia pensato ad un iscritto all’Ordine dei giornalisti per affidare l’incarico di lavoro, ma non si può soprassedere sui requisiti di accesso troppo stringenti. In primis ringraziamo l’Arsarp per la sensibilità mostrata nei confronti della categoria che rappresentiamo ma siamo costretti a rilevare, senza polemica, che sarebbe stato utile un confronto preliminare alla pubblicazione dell’avviso. La regolamentazione dei profili professionali dei giornalisti nel comparto degli enti locali non dovrebbe mai prescindere da specifici tavoli di confronto».
«Per noi – ha sottolineato Cimino – sarebbe bastato prevedere l’iscrizione all’Albo e la laurea. È, infatti, alquanto singolare che per l’attività di comunicazione dei Programmi di Sviluppo Rurale della Regione Molise venga, ad esempio, escluso chi è laureato in agraria. Inoltre, il requisito dei 5 anni di lavoro nel medesimo incarico potrebbe servire ad attribuire maggior punteggio, ma non rappresentare un requisito obbligatorio che finisce per tagliare le gambe ai colleghi che vogliono partecipare».
«L’abbiamo detto mille volte – ha ricordato Cimino – agli enti pubblici: prima di pubblicare i bandi di concorso consultateci per evitare questi errori e chiamateci a far parte della commissione»
Dal canto suo, il vicepresidente Santimone ha spiegato che «tra i motivi che ci hanno spinto a contestare il bando ci sono il carattere dell’esclusività e soprattutto la decisione di non consentire la partecipazione a tutti gli iscritti all’Ordine. Poi, il criterio degli 8 anni di servizio ci ha fatto saltare dalla sedia. Così si preclude a giornalisti qualificati che lavorano nei programmi di sviluppo rurale la possibilità di partecipare alla selezione».
L’Ordine dei giornalisti del Molise, dunque, attende dall’Arsarp la rettifica del bando, in assenza della quale «saremo costretti a conferire mandato ad un legale per adire l’Autorità Giudiziaria».
«Sono pronto a recarmi alla Procura della Repubblica – ha tuonato, infatti, Cimino – per dire cosa penso su questo bando e quali le leggi sono state violate. Questo, ovviamente, è il mio pensiero, il pensiero di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Se la Procura non dovesse ravvisare vizi archivierà la denuncia. Quel che è certo è che, nel caso l’Arsarp dovesse proseguire nella sua strada, è meglio impugnare il bando subito che dopo l’avvio delle procedure selettive». (giornalistitalia.it)
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