LIVORNO – «Ci vorrebbe un bell’attentato alla sede del Tirreno, con tanto di morti e feriti». La sconcertante minaccia, rivolta alla redazione di Pistoia, è apparsa nei commenti ad un articolo pubblicato sulla pagina Facebook del giornale toscano. A denunciarlo è lo stesso quotidiano edito dal Gruppo Sae che, nelle stesse ore a Livorno, ha registrato l’aggressione di un altro collega, Stefano Taglione, ad opera di un tabaccaio.
La prima minaccia è legata all’articolo di domenica scorsa sull’impennata dei contagi da Covid. Il Tirreno ha documentato il preoccupante fenomeno pubblicando le tabelle con i dati della Regione Toscana sul numero di contagi accompagnata dal parere degli esperti della Fondazione Gimbe e di altri dati pubblicati dall’Agenzia regionale della sanità.
«Il nostro articolo – spiega Il Tirreno – è stato poi pubblicato sul web e postato su Facebook. E lì si è scatenato il putiferio. Fb è fedele specchio del nostro Paese: fatto di gente ragionevole, che si appassiona, si informa, discute, critica o condivide il tono di un articolo, ma a partire appunto dai fatti (e in questo caso dai numeri). E poi ci sono quelli, una minoranza, che hanno qualche difficoltà ad accettare la realtà (troppo banale chi si considera più furbo degli altri) e perfino l’aritmetica, che trovano più eccitante o consolatorio o gratificante pensare a “complotti” variamente assortiti per tenerci chiusi in casa con commenti vari: e chissenefrega se i “vecchi” muoiono; poi chi l’ha detto che muoiono davvero; già è tutta una finzione; sono numeri truccati. In questo gruppone brillano da anni, ormai, i poco originali odiatori dei giornalisti in genere, perché la colpa, si sa, è sempre della “stampa allarmista” (lo pensano a volte le amministrazioni che non vogliono essere tirate per la giacchetta, perché lo sanno loro come fare). Quelli che hanno già deciso che quelle cifre sono inventate o manipolate. Infine tra questo gruppo di “eletti”, spunta anche Roberto Ricotti, che a un certo punto scrive: “Ci vorrebbe un bell’attentato alla sede de “Il Tirreno”, con tanto di morti e feriti”.
Perché – sottolinea Il Tirreno – si sa che sui social bisogna spararla più grossa possibile sennò chi ti sta a sentire soprattutto se non hai niente da dire. Succedeva anche nei bar e nei circoli, la discussione saliva di tono e per attirare l’attenzione bisognava gridare e e dirle grosse come case. Ma i social non sono il bar. Forse anche Ricotti prima o poi se ne renderà conto. Anche perché questa non è una sparata: è una minaccia. O un’istigazione alla violenza. A cui farà seguito una querela, così come per Ristori.»
A Livorno, invece, gli insulti il giornalista del Tirreno li ha ricevuti di persona: «Ah sei Taglione? Quello che ha detto che copio (gli articoli del Tirreno)? Te sei una testa di cazzo e se lo ridici vedi cosa ti succede…».
A ricostruire la scena è lo stesso quotidiano: «Sono da poco passate le 10. In Borgo Cappuccini, a Livorno da poche ore hanno fatto esplodere un parcometro con una bomba carta. Alcune persone sono fuori dalla bulloneria “Le Dune”, dietro la colonnina dei posteggi. C’è pure il proprietario Alessandro Barbieri. E anche Marco Ristori, titolare della tabaccheria che scrive per il sito “L’Osservatore”. Taglione lo aveva già invitato a citare Il Tirreno, quando riproduceva i nostri articoli. Mentre il cronista domanda alle persone della zona se hanno sentito qualcosa in merito all’esplosione, Ristori si presenta, inizia a insultarlo – “Scrivi di merda” – gli fa il gesto dell’ombrello e invita la gente a non rilasciare dichiarazioni. La situazione si surriscalda. Taglione registra un video. Con gli insulti. Cita a Ristori anche l’articolo che avrebbe copiato: “Il tuo direttore, Guerrieri, molto correttamente lo ha ammesso e, infatti, ha citato Il Tirreno riguardo alla notizia della donna di 45 anni morta”. Ristori non cede: “Lui è troppo buono, per il quieto vivere, io no. Se ridici che ho copiato…”. E lascia la frase in sospeso. Poi, il tabaccaio si avvicina a Taglione, senza mascherina, quindi se ne va, continuando a insultare».
Piena solidarietà ai colleghi del Tirreno. Che fanno solo – e bene – il loro mestiere. (giornalistitalia.it)
Carlo Verna: “Al Viminale porremo la questione del Far Web”
ROMA – Il presidente del consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, interviene sulle intollerabili minacce indirizzate al quotidiano “Il Tirreno” e plaude all’immediata reazione del ministro dell’Interno.
«Ringraziamo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese – dichiara Verna – per la tempestività con cui, confermando una sensibilità che già abbiamo apprezzato in passato, ha affrontato la questione delle gravissime minacce giunte via social ai colleghi del Tirreno, cui va la nostra piena solidarietà e vicinanza. Al tavolo del coordinamento sugli atti intimidatori contro i giornalisti preannunciato dal Viminale porremo anche un tema che è parte della questione, quello del “Far Web”.
Come ha ben fatto il Garante per la privacy, introducendo regole precise a tutela dei minori, sarà bene mettere a punto in tempi brevi normative più rigorose per evitare che un’occasione di maggior libertà di espressione si trasformi in possibilità di libera istigazione alla violenza». (giornalistitalia.it)