Amaro addio dei giornalisti ai lettori: “È lo specchio dei tempi: vittime del digitale”

Chiude EPolis Bari, ma non fa notizia

L’ultima copia di Polis Bari

L’ultima copia di Polis Bari

BARI – «Questo che state leggendo, gentili Lettori, non è uno dei tanti articoli di EPolis Bari che ogni giorno raccontano la realtà, i problemi e le contraddizioni delle nostre comunità. È un articolo che parla di noi, della redazione di questo giornale, un microcosmo nello spazio dell’informazione pugliese. Prendiamo queste righe per salutarvi e ringraziarvi dell’attenzione mostrata – in oltre sette anni – al nostro lavoro facendo arrivare spunti, stimoli e critiche, anche severe. Sì, perché dalla prossima settimana questo quotidiano non sarà più in edicola e in distribuzione negli “EPolis Bar” dove finora lo avete trovato ogni giorno, dal martedì al sabato.  Questo quotidiano, dunque, cessa le pubblicazioni e i suoi giornalisti vengono licenziati. Tutti».
È l’“attacco” amaro dell’ultimo pezzo per la redazione di EPolis Bari, firmato da tutti i giornalisti che, fino ad oggi, ne hanno fatto parte: Gianfranco Moscatelli, Alessandra Colucci, Alessandro Di Pierro e Maurizio Spaccavento.
«In questo spazio – scrivono – potremmo fare anche un’analisi dei motivi che hanno portato l’editore a una decisione così definitiva e sofferta, ma sappiamo che ognuno conosce quali siano le difficoltà dell’apparato produttivo italiano e meridionale in particolare; e in tanti, probabilmente, hanno anche sentito parlare degli enormi problemi che il settore dell’editoria sta attraversando a causa delle nuove abitudini di lettura, della scarsa propensione a considerare l’informazione un bene da acquistare, della diminuita disponibilità delle aziende a investire in pubblicità sulla carta stampata, della difficoltà di accesso a residue provvidenze pubbliche e, non da ultimo, allo storico basso indice di lettura di questo territorio. In questo contesto, i giornalisti di EPolis Bari escono di scena a testa alta, orgogliosi di essersi spesi in questi anni in grandi sacrifici e di aver profuso dal primo all’ultimo giorno impegno, lealtà e professionalità».
«Ma, ripetiamo, in queste righe vogliamo parlare di altro. Per esempio del fatto che fino a qualche anno fa – incalzano i giornalisti di Epolis Bari – la chiusura di un piccolo quotidiano locale – a cui nel corso degli anni centinaia di persone si sono rivolte come a uno sportello amico da cui hanno ricevuto risposte, informazioni, semplici punti di vista – avrebbe suscitato indignazione, rabbia nella comunità dei Lettori ma anche in quella più estesa dei cittadini residenti nel territorio di riferimento. Ma oggi, quando ogni giorno si parla di chiusure, ridimensionamenti, cassa integrazione, prepensionamenti, esodi volontari, esodi incentivati e via con tutto un lessico del lavoro che non c’è, diventato ormai familiare, la chiusura di un quotidiano appare come un ineluttabile segno dei tempi, un pegno da pagare alle innovazioni, alla cultura e all’informazione sempre più trasformate in linguaggio digitale. Un linguaggio che, come la cronaca di questi giorni sta raccontando, può nascondere mille insidie e ignoti (ai più) percorsi».
«La chiusura di un piccolo quotidiano locale – prosegue il commiato – è anche il prezzo che si paga alla volontà di rimanere autonomi, liberi da qualsiasi legame con i potenti di turno (come scritto anche dal direttore nel suo editoriale) che prima blandiscono e poi passano all’incasso. Una libertà che è la forza per poter raccontare ogni giorno – mettendo con chiarezza tutto nero su bianco – dai piccoli disservizi pubblici alle pessime abitudini dei cittadini, dal malcostume politico alla ferocia della criminalità organizzata, da affari poco chiari al sottobosco di interessi che si muovono nelle zone grigie. Una libertà che consente di prendere posizioni anche scomode o controcorrente, su fatti e scelte politiche che riguardano la città, la regione o il Paese».
Ecco, con la chiusura di EPolis Bari, «la città perde questa voce che per molti è stata una spalla – sottolineano, con amarezza, i giornalisti – a cui appoggiarsi o un compagno di viaggio con cui dividere un percorso».
Quel che è certo, però, e aiuta a non demordere è che «non un addio quello di noi giornalisti di EPolis Bari, ma un arrivederci, perché ci incontreremo lungo le strade di questa città, magari camminando inconsapevolmente fianco a fianco e condividendo un pensiero o un’idea. Proprio quelli che in questi anni ci hanno fatto incontrare». (giornalistitalia.it)

Un commento

  1. Manlio Chieppa

    Carissimo Dionisio e tutta la Redazione “permanente”: gli spiriti liberi sono destinati – nella sofferenza e nella lealtà – a riemergere! Con più piglio e nuove energie, senza bavagli e soprattutto nella “verità” di quel che raccontano!
    Grazie per la personale avventura di questi anni! Un abbraccio

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