TREVISO – «L’autopsia per stabilire la causa della morte del giornalista Giovanni Chiades conferma l’embolia polmonare nel ramo principale dell’arteria polmonare in trombosi a partenza non localizzata. Broncopolmonite. Esiti di pregresso politraumatismo». Lo ha dichiarato al quotidiano Il Gazzettino il dott. Alberto Furlanetto, medico legale incaricato dalla Procura di Treviso a fare luce sul decesso del giornalista morto, il 18 dicembre scorso, all’ospedale Ca’ Foncello, dove era ricoverato per la rottura di un femore.
Il quotidiano veneto spiega che «l’esame autoptico è stato eseguito dal dottor Furlanetto, nominato dal giudice Mara De Donà, a seguito dell’inchiesta aperta su denuncia della famiglia dell’ex giornalista del Gazzettino».
L’autopsia è durata un’ora e mezza e vi hanno partecipato i medici legali Giancarlo De Zotti (per la famiglia) ed Angelo Ferri (per il medico curante di Giovanni Chiades, che aveva ricevuto un avviso di garanzia nel quale è stata formulata l’ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose).
«Questo è solo il primo passo. – ha spiegato il dott. Ferri al Gazzettino – Ora attendiamo l’esito degli esami istologici, quindi le conclusioni del dott. Furlanetto, con il quale ci ritroveremo per le valutazioni dei risultati che emergeranno».
Il passaggio successivo riguarda il recupero dell’intera documentazione clinica relativa al giornalista trevigiano che da anni era ospite del centro Casamia di Casier, dopo il tremendo incidente stradale di cui era rimasto vittima nel 2007. «Lo scopo – ricorda il Gazzettino – è quello di accertare se i trattamenti sanitari che ha ricevuto sono stati congrui. Soprattutto all’ultimo periodo. Trattandosi di una documentazione poderosa, il dottor Furlanetto ha chiesto alla Procura 60 giorni di tempo per rispondere ai quesiti. Ma potrebbero non bastare».
La moglie Cristina Moretto e le figlie Francesca e Giovanna chiedono di sapere se per Giovanni è stato fatto tutto il possibile: «Vogliamo soltanto completa chiarezza, la certezza che lo abbia stroncato un’embolia. A causa del Covid non lo vedevamo di persona da settembre, perciò desideriamo capire esattamente cosa sia successo. Lui avrebbe voluto così». (giornalistitalia.it)
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