ROMA – Un fiume di solidarietà ai colleghi del Gruppo Gedi sotto attacco del vicepresidente del Consiglio di Ministri e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che come nei peggiori regimi aizza le piazze contro i giornali e i giornalisti.
Il Cdr del quotidiano Il Messaggero, a nome della redazione, esprime “solidarietà ai colleghi del gruppo Gedi per le frasi inaccettabili espresse dal vice premier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Esternazioni che dimostrano sostanziale disprezzo per il ruolo della libera informazione nella tutela dei valori democratici e liberali del Paese. Auspicare la chiusura di giornali – sottolinea il Cdr de Il Messaggero – significa voler cancellare ogni forma di pensiero critico e di dissenso, ed è per questo un comportamento pericoloso – ancora più grave perché adottato da un alto esponente del Governo – che va democraticamente contrastato in ogni sede. I giornalisti italiani non hanno bisogno di ricevere lezioni da chi vuole distruggere i mezzi di comunicazione che garantiscono agli italiani il diritto di informarsi”.
Il Cdr conferma ai colleghi di Espresso-la Repubblica la piena disponibilità ad appoggiarli in ogni iniziativa organizzata a tutela della libertà e della dignità del lavoro dei giornalisti e di tutti gli operatori del settore”.
Il Coordinamento dei Comitati di redazione della Poligrafici Editoriale (Quotidiano nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), dal canto suo, esprime solidarietà ai colleghi giornalisti del gruppo Gedi sotto attacco da parte di un vicepremier e ministro del Lavoro che si augura che perdano il posto di lavoro e siano licenziati”.
“Ricordiamo a Di Maio – affermano i giornalisti della Poligrafici Editoriale – che i giornali sono uno dei pilastri della democrazia e che quotidianamente informano milioni di italiani anche sulle ‘false notizie’ che chi governa pretende di annunciare senza critiche o contraddittorio. I giornalisti italiani non hanno bisogno di ricevere lezioni da chi vuole eliminare ogni libertà di espressione e distruggere mezzi di comunicazione che garantiscono agli italiani di informarsi come ogni democrazia moderna e libera dovrebbe garantire. Il nostro appoggio va, quindi, a tutti i colleghi con la consapevolezza che solo restando uniti possiamo fronteggiare questi attacchi che puntano a distruggere non solo i nostri posti di lavoro, ma tutto il mondo dell’informazione”.
Il Comitato di redazione de Il Sole 24 Ore esprime “solidarietà ai colleghi dell’Espresso e del Gruppo Gedi dopo le parole del vicepremier Luigi di Maio” denunciando che “accusare i giornali di produrre bufale e fake news, passando il tempo ad alterare la realtà, è – questa sì – una narrazione «alla rovescia»”.
Il Cdr del Sole 24 Ore ritiene, pertanto, “molto preoccupante tale attacco, che peraltro non è il primo, al lavoro quotidiano di un’intera categoria professionale, quella dei giornalisti, impegnata ogni giorno per fornire un’informazione seria, completa e di qualità ai cittadini”.
Il Cdr di Sky Tg24 esprime “solidarietà e vicinanza ai giornalisti e a tutti i lavoratori del Gruppo Gedi, oggetto in questi giorni di attacchi da parte di alcuni esponenti politici e membri del governo. In tempi in cui le fake news e chi le produce rischiano di travolgere l’informazione di qualità, è grave che un ministro trovi il tempo e il modo per preconizzare la chiusura di un gruppo editoriale. L’informazione libera è uno dei pilastri su cui si fondano le democrazie liberali moderne, e ci auguriamo che ministri ed esponenti della maggioranza se ne ricordino perché se è lecito criticare giornali e giornalisti, augurarsi la chiusura di intere redazioni – in una società aperta e pluralista – certamente non lo è”.
Per i Comitati di redazione de Il Fatto Quotidiano e de ilfattoquotidiano.it. “un’informazione libera e di qualità risponde al primario interesse di un Paese al quale non può certo bastare la propaganda di chi sta al governo. La nostra solidarietà ai giornalisti e a tutti i lavoratori del gruppo Gedi e delle testate in crisi”.
“Quando giornali e siti di informazione chiudono, dichiarano esuberi o sono costretti a contratti di solidarietà, a rimetterci – ricordano i due Cdr – non sono solo i giornalisti ma anche il pluralismo e quindi la democrazia. Il mercato editoriale e quello pubblicitario vivono situazioni di estrema difficoltà, connesse anche alle trasformazioni tecnologiche e al peso dei colossi della rete e dei trust televisivi, che un vicepremier e ministro del Lavoro senz’altro conosce, o almeno dovrebbe conoscere, meglio di noi. È inaccettabile che Luigi Di Maio liquidi i problemi di un importante gruppo come Gedi che edita la Repubblica, L’Espresso, La Stampa e altre testate, sostenendo che ‘nessuno li legge più perché ogni giorno passano il tempo ad alterare la realtà e non a raccontare la realtà, con offensivi riferimenti a ‘bufale’ e ‘fake news’ e cioè a una linea editoriale che non gli piace”. (giornalistitalia.it)
Fnsi: “Non saranno le minacce di Di Maio a piegare la stampa”
“Gli insulti del vicepremier Luigi Di Maio ai giornalisti di Repubblica e dell’Espresso sono l’ennesima dimostrazione del disprezzo nutrito nei confronti dell’informazione libera e del ruolo che questa è chiamata a svolgere in ogni democrazia liberale. Di Maio, come del resto buona parte del governo, sogna di cancellare ogni forma di pensiero critico e di dissenso e si illude di poter imporre una narrazione dell’Italia lontana dalla realtà. Auspicare la morte dei giornali non è degno di chi guida un Paese di solide tradizioni democratiche come è l’Italia, ma è tipico delle dittature. È bene che il vicepremier se ne faccia una ragione: non saranno le sue minacce e i suoi proclami a fermare i cronisti di Repubblica e dell’Espresso, ai quali va la solidarietà del sindacato dei giornalisti italiani, e a piegare il mondo dell’informazione ai suoi desiderata”.
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