MILANO – Giornalisti miscredenti e maledetti, che hanno osato chiamarla terrorista, «quando invece i terroristi sono loro». «Che Allah li distrugga in questa vita e nell’altra». La furia di Maria Giulia Sergio, per lo Stato Islamico Fatima Az Zahra, l’italiana partita per la Siria nel settembre scorso, si scatena contro Il Tempo che l’11 gennaio 2015 ha pubblicato la sua storia. Quando la donna lo scopre inveisce contro i giornalisti, anche quelli che nel frattempo si erano radunati sotto casa a Inzago. Parole di fuoco e maledizioni verso chi ha osato raccontare la sua conversione verso l’Islam radicale e la scelta di arruolarsi tra le fila dei miliziani di Abu Bakr al-Baghdadi.
È quanto emerge dalle intercettazioni della Digos di Milano, che mercoledì hanno portato all’arresto dei familiari della donna, il padre Sergio, la mamma Assunta e la sorella Marianna, anche loro in procinto di partire per la Siria. La «fuga di notizie» ha sconvolto la famiglia di convertiti del piccolo comune alle porte di Milano, tanto che, scrivono gli inquirenti, da quel momento in poi la pressione di Maria Giulia Sergio sui genitori e la sorella per convincerli a partire è aumentata. Il padre Sergio, infatti, si mostra titubante.
Fatima, però, si sente di rassicurarli anche sulle modalità del viaggio spiegando che secondo Said (il marito) «lì..ci sono dei mujaheddin…per…in Italia..così hanno dei collegamenti». Il 14 gennaio scorso, in una conversazione con la madre e la sorella, la 28enne mostra tutta la rabbia e lo sdegno per la pubblicazione della sua storia. Allo stesso tempo invita i familiari a non parlare con nessuno, tantomeno con i giornalisti.
Assunta: «È che non possiamo uscire!…Fatima».
Maria Giulia: «Ah, perché? Perché non puoi uscire?».
Marianna: «Abbiamo ospiti fuori».
Maria Giulia: «Perché?».
Assunta: «Abbiamo ospiti fuori».
Maria Giulia: «Chi fuori? Chi? Chi?».
Assunta: «Ma tu non sai niente?».
Maria Giulia: «Chi?».
Sergio: «Chi?».
Assunta: «I giornalisti».
Maria Giulia: «Noo, chi c’è?».
Assunta: «I giornalisti».
Maria Giulia: «Ah! ah…ah…allora mamma lo sai che è successo?».
Assunta: «Cosa?».
Maria Giulia: «Eh, allora…niente, io..durate la festa del matrimonio una sorella del Kosovo mi ha detto “guarda che sei andata in televisione”; io ho detto “non lo so” e poi ieri ho visto le notizie di quei maledetti kuffar (miscredenti) che Allah subhanllah tala (che Dio l’Altissimo) li distrugga in questa vita e nell’altra, Amen…Allora mamma, ascoltami, non ti preoccupare, qualsiasi cosa ti chiedono tu devi dire “io non so niente”, capito?».
Assunta: «No, noi non stiamo proprio parlando con loro».
Maria Giulia: «Ecco, ecco, non parlate mai, mai, mai, per nessuna ragione, non parlate con loro».
Assunta: «Siamo prigionieri in casa».
Maria Giulia: «Per questo mamma Allah Subhallah Tala mamma ascoltami Wallahi vi darà il jannat (paradiso) a te, a Marianna, a papà, a me, a Sayd inshallah, per tutti che loro, maledetti Kuffar, hanno chiamato terroristi quando i terroristi sono loro».
Assunta: hanno detto che io ti ho andato a fare la guerra.
Maria Giulia: «Allora mamma ascoltami, non ti preoccupare, non ti preoccupare… mamma non ti preoccupare, l’unica cosa che dovete fare, dovete stare molto molto molto attenti, molto attenti, non parlate mai più al telefono, ok? Soltanto le cose necessarie, non parlate mai più al telefono, non scrivete più niente, perché io, da qua, posso parlare e dire quello che voglio perché qui non c’è il controllo, no, ma voi si, quindi non dite niente, ok? Io vi dico non dite niente, se qualcuno vi domanda qualcosa non so niente io, mia figlia è sparita, io non so niente, non so niente di lei, non so niente, non date nessuna informazione, non vi fidate di nessuno perché Dio lo sa lì c’è stato qualche munafic, qualche ipocrita, no…eh…che ha dato informazioni su di me.. perché…ad esempio che sono stata sposata in Treviglio con un marocchino questo nessuno lo sapeva, quindi qualcuno ha parlato, io non so chi ha parlato».
Maria Giulia ormai si sente parte dello Stato islamico. Nei discorsi via Skype è sempre più radicalizzata tanto da «obbedire nel momento in cui dovesse esserle chiesto di compire un’azione di jihad, con l’atto estremo del martirio». (Il Tempo)
Francesca Musacchio