PARIGI (Francia) – “Un anno dopo, l’assassino è ancora in libertà”. Mitraglietta sulle spalle, vestiti pieni di sangue, sguardo tra l’aggressivo e lo spaventato, dio (ma un dio generico, di tutte le religioni), dopo avere ucciso giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo ai primi di gennaio, non è stato ancora arrestato.
È questa la copertina disegnata da Riss, su uno sfondo nero, del numero anniversario della strage di Charlie Hebdo in edicola il 6 gennaio, un anno dopo gli attacchi che hanno sconvolto la Francia, l’Europa e il mondo intero. (Ansa)
Nell’attentato terroristico alla sede di Charlie Hebdo, avvenuto il 7 gennaio 2015, sono morte dodici persone: Stéphane Charbonnier (Charb), direttore e disegnatore del Charlie Hebdo; Jean Cabut (Cabu), vignettista; Georges Wolinski, vignettista; Bernard Verlhac (Tignous), vignettista; Philippe Honoré, vignettista; Mustapha Ourrad, curatore editoriale; Elsa Cayat, psichiatra e giornalista; Bernard Maris, economista professore all’Università di Parigi; Michel Renaud, fondatore del festival Rendez-vous du Carnet de voyage; Frederic Boisseau, addetto alla manutenzione; Ahmed Merabet, agente di polizia in servizio nell’XI arrondissement di Parigi; Franck Brinsolaro, ufficiale del servizio di protezione, guardia del corpo di Charb.
Altre 5 persone sono morte nel corso degli attacchi dei giorni successivi: la poliziotta Clarissa Jean-Philippe l’8 gennaio con un colpo alla testa da Amedy Coulibaly; altre quattro persone, il 9 gennaio, in uno dei supermercati della catena kosher Hypercacher: Philippe Braham (45 anni), Yohan Cohen (22 anni), Yoav Hattab (22 anni), François Michele Saada (55 anni).
Altre 11 persone sono rimaste ferite, tra le quali i giornalisti Philippe Lançon e Fabrice Nicolino, il webmaster Simon Fieschi ed il vignettista autore della copertina dell’ultimo numero di Charlie Hebdo, Laurent “Riss” Sourisseau.
Un anno dopo la strage di Parigi, responsabili impuniti. La copertina del 6 gennaio