SANLURI (Cagliari) – A prima vista era sembrata una nuova buona occasione di lavoro. Ma a leggere bene tra le righe del bando c’è qualcosa di strano: 3500 euro per un anno di lavoro. Vale a dire 291 euro al mese, meno di dieci euro al giorno.
Il Comune di Sanluri, cittadina di 3000 abitanti al centro della Sardegna, ex capoluogo della defunta provincia del Medio Campidano, cerca un addetto stampa a dir poco low cost. A condizioni “di schiavitù”, direbbe il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, che da martedì polemizza sul tema dell’equo compenso con il premier Matteo Renzi.
Il sindaco di Sanluri, Alberto Urpi, ha addirittura giocato d’anticipo, visto che il bando per gestire la “comunicazione” istituzionale (entrando a far parte dello staff del primo cittadino) è scaduto due giorni fa e prevede l’inizio della “collaborazione” già dal 1° gennaio.
Per partecipare alla contestata selezione era addirittura necessaria una laurea in Scienze della comunicazione e anche una «comprovata esperienza, almeno annuale, in attività relative alla comunicazione, presso enti pubblici o aziende private».
Per difendersi dall’accusa di essere uno schiavista, che gli piomba dai commenti che circolano da giorni sui social network, il primo cittadino usa una sola carta: «Non è obbligatoria l’appartenenza all’albo dei giornalisti, io di uno che fa parte dell’Ordine non me ne faccio nulla. Mi serve uno che si occupi di comunicazione: uno che pubblichi le notizie sul sito web o che mandi comunicati sulla nostra attività ai media locali». Tutte mansioni che per legge dovrebbero essere svolte proprio da un giornalista, pubblicista o professionista.
E anche per questa ragione il presidente dell’Ordine della Sardegna commenta la notizia con tono indignato: «Questo – dice Francesco Birocchi – è un modo di svilire la professione. Gli amministratori di questo Comune non hanno capito il valore della comunicazione. Avrei auspicato che nessuno partecipasse a questa selezione, invece anche stavolta si fa leva sul grande bisogno di lavoro che interessa anche la nostra categoria». E di domande, infatti, al Comune di Sanluri ne sono arrivate già venti.
«Questo forse vuol dire che non era un’occasione da buttar via – dice il sindaco – Noi, tra l’altro, avevamo a disposizione solo quella cifra, di più non potevamo spendere. Ma se continua la polemica sono pronto a bloccare la selezione, così risparmiamo anche quei soldi». (La Stampa)
Vergognosa selezione voluta dal sindaco di Sanluri. L’Odg Sardegna: “Avvilente”
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