ROMA – “Cercasi la libertà di stampa”: è questo lo slogan amaro scelto dalla Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti che vede tra le sue tante sorelle la Federazione nazionale della stampa italiana, per la Giornata mondiale della libertà di stampa, che si celebra oggi, 3 maggio, ad ogni latitudine. In Paesi in cui si muore ogni giorno con la “colpa” di voler fare semplicemente il proprio mestiere – uno su tutti l’Afghanistan dove nei giorni scorsi hanno lasciato la pelle 9 reporter, uccisi dall’assurda violenza dell’Isis – ed altri in cui, è innegabile, i giornalisti non rischiano di saltare in aria per mano di un kamikaze o di finire sotto il tiro di un cecchino, ma dove comunque il pericolo incombe. Eccome. Un solo dato: nella civilissima Italia sono 19 i giornalisti costretti a vivere sotto scorta. Lo ha ricordato nella giornata del primo maggio, celebrata dalla Fnsi a Reggio Calabria, il segretario generale del sindacato unitario dei giornalisti italiani, Raffaele Lorusso.
«E ricordatevi – ha sottolineato, deciso, Michele Albanese, responsabile della Legalità per la Fnsi, parlando ai tanti colleghi ritrovatisi nell’Auditorium Nicola Calipari per la Festa del lavoro – che vivere sotto scorta non è una scelta, né tantomeno un privilegio».
«Una nuova stagione di violenze contro la stampa, in Italia, in Europa, nel mondo, sembra riaffacciarsi – sono, invece, le parole che arrivano in questa giornata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – : ancora oggi aggressioni e intimidazioni minacciano il lavoro di quei cronisti che non si piegano alla logica di interessi e poteri illegali e della criminalità, recando così un contributo rilevante alla causa della democrazia. Occorre sostenere il loro lavoro perché difendono dall’aggressione la nostra vita sociale e la nostra libertà personale e familiare, attraverso l’informazione libera e corretta. Occorre proteggere le loro voci che rifiutano ogni sopraffazione. La libertà di informazione, come attesta la nostra Costituzione, è fondamento di democrazia».
A far paura sono i numeri snocciolati da una fonte attendibile, Reporter Senza Frontiere, che parla di almeno 14 giornalisti professionisti uccisi dall’inizio del 2018, a cui si aggiungono 4 blogger (citizen journalists) e 2 collaboratori dei media. Nel 2017 i giornalisti uccisi, sempre secondo l’organismo internazionale con sede a Parigi, sono stati 65, in leggero calo rispetto ai 79 dell’anno precedente. Mentre l’Unesco, nei suoi due ultimi rapporti sullo stato di salute dell’informazione e di quanti operano per garantirla, denuncia l’assassinio, negli ultimi cinque anni, di 530 giornalisti e, dato ancor più allarmante, l’impunità dei crimini commessi contro di loro tocca 9 casi su 10.
Numeri agghiaccianti in questa Giornata mondiale della libertà di stampa, proclamata – ricordiamolo – dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1993 in seguito alla Raccomandazione della 26esima sessione della Conferenza generale dell’Unesco nel 1991. (giornalistitalia.it)
È lo slogan scelto dalla Ifj per la Giornata mondiale sancita dall’Unesco