ROMA – Entra nel vivo la “campagna elettorale” interna per l’elezione e dei nuovi componenti del Consiglio di amministrazione della Rai che, da quest’anno, riduce i propri componenti da nove a sette: 2 consiglieri eletti dalla Camera dei deputati, 2 dal Senato della Repubblica, 2 dall’esecutivo di Palazzo Chigi su proposta del ministro dell’Economia (oggi nelle mani del leghista Giovanni Tria), 1 dai dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo.
I candidati che secondo quanto previsto dall’articolo 49, comma 6-bis, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, hanno fatto avere i propri curricula al Parlamento sono 236, tra i quali ci sono anche i consiglieri uscenti Rita Borioni, Arturo Diaconale, Carlo Freccero, Giancarlo Mazzuca e Franco Siddi.
Camera e Senato eleggeranno i loro 4 componenti mercoledì 18 luglio alle ore 9.30, tramite votazione a scrutinio segreto mediante schede, mentre il giorno successivo sarà la volta dell’elezione del dipendente Rai con voto elettronico che avrà inizio alle ore 00,00 del 19 luglio e si chiuderà alle ore 21 dello stesso giorno. La votazione per essere valida dovrà essere supportata dalla partecipazione del 50% più uno dei dipendenti, In caso contrario si andrà al secondo turno.
Quindici i candidati ammessi alla consultazione, dei quali cinque proposti dai sindacati: Stefano Ciccotti (candidato dall’Adrai e attuale Chief Technology Officer), Gianluca de Matteis Tortora (candidato da Cgil, Cisl, Uil, e Ugl), Maurizio Fattaccio (candidato da Libersind), Roberto Natale (candidato dall’Usigrai) e Piero Pellegrino (Segretario dello Snater).
Inoltre: Irma Bono (Commissione Pari Opportunità di Milano), Fabrizio Carletti (produzione Tv), Ferdinando Clemenzi (Snap), Angelo Costantini (funzionario), Alessandro Currò (ufficio legale Rai), Roberta Enni (direttore Rai Gold), Emidio Grottola (avvocato di Indignerai), Riccardo Laganà (fondatore di IndigneRai), Lorenzo Mucci (dirigente), Alessandra Paradisi (vicedirettore coordinamento attività di standardizzazione e progetti speciali dell’area Cto).
Non mancano le polemiche. Il fondatore di IndigneRai ha denunciato la mancanza di par condicio, lamentando che i sindacati fanno assemblee per promuovere i loro candidati usufruendo così di una possibilità che non ha, invece, il candidato non espresso dalle organizzazione dei lavoratori. Ma Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Informazione (che hanno candidato Gianluca De Matteis Tortora) lamentano lo stesso problema definendo “approssimativa la gestione che la Rai ha fatto delle candidature, della campagna elettorale e del voto”. “È stato difficoltoso per tutti i candidati – denunciano – effettuare la campagna elettorale, poiché sono stati posti limiti di accesso alle sedi aziendali, date scarsissime risorse in termini di permessi ai candidati per incontrare i colleghi che devono votarli”.
“Nonostante la riluttanza dell’azienda a consentire un vero confronto con i lavoratori”, affermano Cgil, Cisl, Uil e Ugl, “come sindacati abbiamo indetto assemblee per consentire al nostro candidato di farsi conoscere e di dialogare con i lavoratori, perché soltanto attraverso la conoscenza profonda dall’azienda un Consigliere può intervenire sui molti problemi che affliggono il Servizio Pubblico”.
Le segreterie nazionali di Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil Ugl Informazione esprimono anche “preoccupazione” circa il voto elettronico e per l’assenza di verificabilità dello stesso da parte dei candidati o di “rappresentati di lista”, “senza contare che il 19 luglio molti lavoratori saranno in ferie ed anche se potranno votare elettronicamente non tutti hanno identiche condizioni di accesso ad internet”.
Confederali e Ugl si chiedono, quindi, “se questa scelta non pregiudicherà il superamento del quorum”. Considerate le “notevoli difficoltà per la campagna elettorale che, viste anche le diverse condizioni dei candidati, sta generando malumore e tensioni tra di loro”, per Cgil, Cisl, Uil e Ugl “questa esperienza, purtroppo, rischia di trasformarsi in un’occasione di partecipazione persa”.
Luca Mattiucci, 36 anni, giornalista professionista e manager, candidato al Cda, ritiene che “le nomine potrebbero anche giocarsi fuori dalle logiche partitocratiche, sono l’occasione per parlare di competenza e professionalità. Il suo programma ha al centro “il ruolo dell’innovazione, della qualità e delle professionalità da rilanciare dentro e fuori l’azienda, e l’idea di far devolvere parte del compenso dei consiglieri del Cda a un fondo per le produzioni e il cinema indipendente”. La Rai che vorrebbe “punta sulla sostenibilità ed è lontana dalle vecchie lobby di potere e investe sui giovani per sviluppare nuovi modelli culturali e di business, forte del canone certo, destina parte dei proventi pubblicitari per creare un innovation lab”. (giornalistitalia.it)
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