BOLOGNA – «In materia di welfare contrattuale si potrebbe fare ancora di più». Lo ha affermato Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, intervenendo al 14° Festival del Lavoro 2023, la manifestazione itinerante organizzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla sua Fondazione Studi per approfondire la realtà dell’occupazione in Italia.
Al Bologna Congress Center, il segretario generale della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori ha spiegato che «per noi fare di più significa semplificare le norme di welfare aziendale, uniformare i trattamenti fiscali e contrattuali. Non a caso, stiamo insistendo sull’innalzamento del livello delle agevolazioni fiscali».
«Il welfare aziendale – ricorda Cavallaro – nasce da una visione etica del fare impresa, secondo cui il lavoro non può essere finalizzato solo alla retribuzione, ma deve tendere anche al benessere nelle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa e soprattutto al miglioramento delle condizioni generali di vita del lavoratore e dei suoi familiari. Esso si sostanzia in un insieme di servizi, iniziative ed elargizioni che l’azienda fornisce ai propri dipendenti, sia in modo spontaneo (welfare unilaterale) sia per effetto di accordi sindacali (welfare contrattuale)».
«È importante – sottolinea il segretario generale della Cisal – tenere presente, dunque, che il welfare aziendale necessita di politiche spesso basate su agevolazioni fiscali e contributive che le leggi devono mettere a disposizione delle aziende per migliorare le condizioni di lavoro (benessere interno e organizzativo) e per offrire servizi aggiuntivi, anche al di fuori del lavoro, ai dipendenti e ai loro familiari».
Non a caso la Cisal ritiene che «si debba tendere ad una diffusione ampia e uniforme del welfare contrattuale, che ha caratteri di certezza e definizione certamente maggiori di quello unilaterale, la cui elargizione rimane sempre vincolata alla disponibilità (che ha carattere sempre di eventualità e mai di certezza) del datore di lavoro». (giornalistitalia.it)