REGGIO CALABRIA – Il conflitto intorno al capoluogo della Calabria esplose nel luglio 1970 con i moti di Reggio contro la designazione di Catanzaro, ma pochi sanno che la contesa ha radici antiche e risale addirittura all’unità d’Italia. Ma già nel Doguerra la rivalità fra Catanzaro e la città dello Stretto arroventò il dibattito politico e fu nella città dei tre colli che si registrò una forte mobilitazione sfociata in disordini.
Il gennaio del 1950, quando il disegno regionalista sembrò materializzarsi con il varo della Costituzione repubblicana, può quindi essere considerato la prova generale di quanto sarebbe successo vent’anni dopo con l’effettiva istituzione delle Regioni e le prime elezioni dei Consigli regionali. La miccia della protesta campanilista era già allora innescata e si spense solo perché le forze politiche decisero che l’esperimento del decentramento amministrativo era prematuro.
Il libro “Le quattro giornate di Catanzaro, 25-28 gennaio 1950: la città in rivolta per il capoluogo”, (ed. Rubbettino, prefazione di Pantaleone Sergi), scritto dal giornalista Alessandro De Virgilio, documenta un episodio caduto nell’oblio ma che animò il dibattito politico nazionale.
Quando un comitato parlamentare indicò la città consorella come capoluogo, i reggini si riversarono nelle piazze, inducendo la commissione Affari Istituzionali della Camera dei deputati a non tenere conto di quella decisione, formalizzata nella relazione “Donatini- Molinaroli” (dal nome del presidente Ezio Donatini, e dell’estensore, Antonio Molinaroli). Furono allora i catanzaresi a mobilitarsi per alcuni giorni.
La protesta di Catanzaro, iniziata la mattina del 25 gennaio 1950 culminò il 26 in uno scontro con la Polizia. La notizia del dietrofront della commissione aveva raggiunto la città la sera del 24 e un comitato d’agitazione chiamò i catanzaresi alla mobilitazione e allo sciopero, se non apertamente alla rivolta. Fu la paralisi di ogni attività. Migliaia di persone presero parte alle manifestazioni che si svolsero per le vie della città, ai comizi e ai cortei che si tennero nei teatri e nelle piazze.
La stampa locale dell’epoca, impegnata in un’accesa polemica con quella reggina fin dal 1947 sulla questione del capoluogo, incitò i catanzaresi a reagire alla decisione di rimettere in discussione l’indicazione del comitato Donatini-Molinaroli favorevole alla loro città. Non ci furono i morti causati dalla sommossa di Reggio nel ’70, ma la carica della Celere, avvenuta davanti alla sede del Provveditorato regionale alle Opere Pubbliche, provocò 14 feriti.
La vicenda innescò aspre polemiche che richiamarono l’attenzione delle autorità dei mezzi d’informazione nazionali. La protesta di Catanzaro si spense in pochi giorni, quando fu chiaro che le Regioni non sarebbero state istituite. Il problema della scelta del capoluogo fu rinviato di venti anni, allorché la designazione di Catanzaro fece esplodere Reggio.
Il libro di Alessandro De Virgilio ripercorre la storia della rivalità fra le città calabresi, dall’Unità d’Italia (quando Catanzaro ebbe come concorrente Monteleone, l’odierna Vibo Valentia) al 1950, con cenni sulle prime ipotesi regionaliste diffusesi all’indomani dell’unificazione del Paese e il nascere dell’antagonismo fra Catanzaro, Reggio e, sebbene un po’ in disparte, Cosenza.
Il volume riporta documenti in gran parte inediti , come i verbali dei dibattiti parlamentari, i reportages dei principali quotidiani nazionali sulla vicenda e i contenuti della relazione Donatini-Molinaroli, frutto dei sopralluoghi che i componenti del comitato di indagine nominato dalla commissione Affari Istituzionali della camera effettuarono nel 1949 nelle tre città contendenti.
Il libro sarà presentato lunedì 20 giugno, alle 18, a Reggio Calabria, nella sede dell’archivio di Stato.
Il giornalista ripercorre la rivalità e il conflitto per il capoluogo tra le due città calabresi