ROMA – La componente giornalistica del Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi segue “con la massima attenzione gli sviluppi della cosiddetta vicenda Sopaf” sottolineando che “mancano, allo stato attuale, gli elementi giuridici per l’eventuale costituzione di parte civile dell’Istituto nei confronti di Giorgio Magnoni e Luca Alessandro Magnoni, gli unici imputati sottoposti a giudizio immediato”.
Il vice presidente Paolo Serventi Longhi ed i consiglieri Roberto Carella, Carlo Chianura, Silvia Garambois, Marina Macelloni, Massimo Marciano, Giuseppe Marzano, Silvana Mazzocchi, Edmondo Rho, Claudio Scarinzi e Franco Siddi (segretario generale della Fnsi) affermano, infatti, che “da notizie di organi di stampa, il Tribunale di Milano l’8 gennaio scorso avrebbe rilevato d’ufficio un’irregolarità procedurale: ovvero l’omessa indicazione di alcune parti offese (tra le quali l’Inpgi), con conseguente mancata notifica degli atti, necessari per l’eventuale costituzione di parte civile nel procedimento”.
Preso atto che Il Tribunale di Milano ha rinviato l’udienza al prossimo 12 marzo per consentire al Pubblico Ministero di effettuare tali notifiche, i giornalisti rammentano che “il Consiglio d’amministrazione, solo una volta ricevuti gli atti potrà valuterà – a tutela del patrimonio della Gestione separata dell’Inpgi e nell’interesse dei propri iscritti, come ha sempre fatto – di costituirsi parte civile nel procedimento penale a carico dei signori Magnoni”.
La componente giornalistica del Cda dell’Inpgi “smentisce, inoltre, l’ipotesi sostenuta in comunicati di componenti giornalistiche circa la presenza di consiglieri di amministrazione all’interno dei comitati tecnico consultivi dei fondi in cui l’ente ha investito: nessun componente del Cda ha mai ricoperto tali incarichi”.
Ritenuti gli atti valuterà di costituirsi parte civile nei confronti dei fratelli Magnoni