MOSCA (Russia) – La sentenza che chiude il processo per l’omicidio di Anna Politkovskaja lascia impunito il mandante dell’attentato che mise fine alla vita della coraggiosa giornalista. Per una volta gli attivisti dei diritti umani si trovano d’accordo con la polizia e la magistratura federali russe.
Verranno prese “tutte le misure necessarie per individuare il mandante”, ha commentato il portavoce del Comitato investigativo russo, Vladimir Markin, mentre per la veterana dei diritti umani in Russia, Lydmila Alekseyeva, i colpevoli hanno ricevuto la “meritata e giusta condanna”, ma il caso sull’assassinio della reporter non può ritenersi chiuso finché non verrà individuato e punito chi diede ordine ai cinque condannati di organizzare e mettere in atto quell’assassinio.
“Sono rimasta delusa dal fatto che non sia stato individuato il mandante – ha dichiarato la Alekseyeva a Ria Novosti – gli esecutori sono stati condannati, ma nessuno di loro aveva motivi personali per commettere questo crimine; sono stati pagati da qualcuno”.
“Il caso di Anna Politkovskaya non è finito”, ha aggiunto. Stessa opinione quella del vice direttore di Novaya Gazeta, Serghiei Sokholov, secondo il quale le indagini devono andare avanti. Novaya Gazeta è il giornale per cui lavorava la Politkovskaya e dove pubblicava i suoi ormai celebri reportage sulla Cecenia.
Sono diverse le ipotesi e le congetture legate al mandante dell’omicidio. Secondo quanto ha scritto nel 2012 il quotidiano russo Kommersant, uno dei sei condannati per l’assassinio – l’ex dirigente di polizia Dmitri Pavlyuchenkov che ha confessato di aver pedinato la vittima e la cui posizione era stata stralciata e giudicata in un altro processo – ha puntato il dito contro l’ex oligarca Boris Berezovsky e il leader separatista ceceno Akhmed Zakayev, entrambi rifugiati politici in Gran Bretagna.
Stando al giornale, negli interrogatori l’ex poliziotto avrebbe raccontato di una lite tra la giornalista e i due a Londra, senza aggiungere particolari. La notizia non è mai stata né confermata, né smentita ufficialmente. Berezovsky, diventato nemico giurato di Putin, è stato trovato morto l’anno scorso nel bagno della sua residenza vicino ad Ascot, nel Surrey.
Un’altra pista per alcuni porterebbe al leader ceceno e filo Cremlino, Ramzan Kadyrov, duramente criticato dalla Politkovskaya per crimini contro la popolazione. Qualcuno era arrivato a pensare addirittura a un macabro “regalo” per il capo del Cremlino, anche lui al centro delle inchieste della giornalista: “Anja”, come la chiamano colleghi e amici, e’ stata uccisa nell’ascensore del suo condominio a colpi di arma da fuoco il 7 ottobre 2006, giorno del compleanno del presidente russo. (Agi)
Condannati tutti gli esecutori materiali del delitto, ma chi l’ha ordinato rimane libero