ROMA – Emerge solo ora un’importante documentazione che dimostra che, nel 2009, la società Sopaf non acquistò le 225 quote del Fondo Fip con il denaro dell’Inpgi. I 30 milioni di euro che l’Inpgi versò “per errore” il 3 marzo 2009 sul c/c privato della Società Sopaf presso Banca Intesa San Paolo, sede di Foro Buonaparte – Milano furono stornati il giorno dopo con valuta 3 marzo 2009 sul c/c “Escrow” intestato alla Sopaf, ma vincolato a favore dell’Inpgi.
Tra il 10 e il 12 marzo l’intera somma di denaro è poi passata sul c/c privato della Sopaf, ma contestualmente al trasferimento delle 225 quote del Fondo Fip che, nel frattempo, erano state svincolate dal diritto di pegno che gravava su di loro a favore di Lehman Brothers Bank di Londra.
Pertanto si è trattato solo di un banale errore materiale, posto in essere in evidente buonafede dagli Uffici dell’Inpgi, cui pose subito rimedio la stessa società Sopaf che non ha così in alcun modo alterato l’assetto, la struttura negoziale e la concreta esecuzione degli accordi tra le parti.
Si chiarisce, pertanto, così anche il malaugurato equivoco sorto dopo la pubblicazione della Relazione di 19 pagine dell’avv. Andrea Marani, legale esterno dell’Inpgi, in cui a pag. 3 si parlava genericamente di “errore” compiuto nel versamento dei 30 milioni di euro alla società Sopaf (vedi «Caso Inpgi-Sopaf: “La verità sul parere legale”» pubblicato ieri da Giornalisti Italia).
Dagli atti del procedimento penale a carico dei signori Giorgio e Luca Magnoni tuttora in corso al tribunale di Milano, cui hanno avuto accesso i legali dell’Inpgi solo a partire dall’inizio di febbraio di quest’anno, è, infatti, emerso che il giorno successivo a quello in cui era stato effettuato il versamento sul c/c sbagliato, la stessa Sopaf aveva provveduto ad effettuare il giroconto dell’intera somma sul c/c intermedio corretto (cioè quello sui cui gli importi sarebbero dovuti transitare sin dall’inizio).
Infatti, per l’operazione era stata contrattualmente prevista l’accensione di due ben distinti rapporti bancari presso Banca Intesa SanPaolo sede di Foro Buonaparte – Milano:
1) un conto cosiddetto “Escrow” identificato dal c/c n. 615320629678 Iban IT82 W030 6912 7116 1532 0629 678 intestato alla Sopaf Spa e vincolato in favore dell’Inpgi;
2) un conto cosiddetto “Venditore” identificato dal c/c n. 615320614722 Iban IT67 S030 6912 7116 1532 0614 722, intestato alla Sopaf.
L’Inpgi avrebbe dovuto inizialmente versare i 30 milioni sul 1° dei 2 c/c, ma per errore li trasferì invece sul 2° c/c con bonifico del 3 marzo 2009 della Banca Bnp, banca depositaria dell’Istituto previdenziale.
Il 4 marzo la Sopaf spostò di sua iniziativa con apposito giroconto i 30 milioni di euro sul 1° c/c, cioè quello esatto, e con valuta retroattiva al giorno precedente.
Il 10 marzo furono spostate le 225 quote del Fondo Fip che due giorni dopo arrivarono all’Inpgi 2 senza più essere gravate dal pegno di Lehman Brothers Bank di Londra.
Tutto ciò è documentato dagli estratti conto. Viene così, finalmente, fatta chiarezza su un passaggio chiave dell’intera operazione.
Pierluigi Roesler Franz
Sindaco Inpgi
Caro Carlo, per favore, dovresti rettificare al più presto il titolo “Caso Inpgi-Sopaf, Franz: «Me so’ sbajato»”, perché mi fa ingiustamente passare per un cretino. Io non mi sono affatto sbagliato. Di certo si é sbagliato qualcun altro, ma non io.
Io ho semplicemente dato la notizia dell’improvviso ritrovamento solo da pochi giorni di importanti documenti bancari, mostratimi in copia presso gli Uffici Inpgi, che provano come i soldi dell’Inpgi 2 (30 milioni di euro) siano stati erroneamente versati il 3 marzo 2009 sul c/c della Sopaf, ma da quest’ultima società stornati il giorno dopo e messi in un conto vincolato presso Banca Intesa San Paolo con valuta 3 marzo come era previsto negli accordi.
Si è, quindi, trattato di un banale errore in buonafede. Ma non l’ho certo commesso io, come sembra, invece, ricavarsi dal titolo della notizia pubblicato sul sito da te diretto https://www.giornalistitalia.it/caso-inpgi-sopaf-franz-me-so-sbajato/
Ad esempio, l’errore figura nell’atto di rinvio a giudizio del 7 dicembre scorso davanti al tribunale penale di Milano dei 2 amministratori della Sopaf, signori Giorgio e Luca Magnoni per truffa aggravata ai danni dell’Inpgi. Ciò dimostra che fino a pochi giorni fa si conosceva un’altra versione dei fatti che é stata ora smentita.
Mi auguro di essere stato sufficientemente chiaro. Cordialmente e a presto.