ROMA – Doveva essere una cerimonia strettamente privata e così è stata. La messa in suffragio di Vittorio Casamonica celebrata nella blindatissima chiesa di San Girolamo Emiliani a Morena, presidiata sin dal mattino da poliziotti in borghese e carabinieri in divisa, passerà alle cronache come un evento che non ha nulla a che vedere con le esequie in stile hollywoodiano di sei giorni fa quando in onore del defunto, davanti alla chiesa di San Giovanni Bosco, sono stati utilizzati una carrozza trainata da cavalli, una banda musicale e un elicottero con lancio di petali di rose.
Stavolta, invece, come da programma, tutto si è svolto all’insegna della riservatezza anche se, al termine della funzione, non sono mancati alcuni momenti di tensione tra alcuni Casamonica e i tantissimi giornalisti e operatori tv che, rimasti fuori dalla parrocchia, volevano strappare qualche dichiarazione.
“Fatela finita, rispettateci”, hanno detto ai cronisti. Alla fine è bastato l’intervento di alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine per placare gli animi. Gli stessi Casamonica, una cinquantina di persone giunte alla spicciolata a messa, chi a piedi e chi in auto, nessuna di grossa cilindrata, hanno preferito mantenere un basso profilo.
“Chiediamo scusa al Papa se ci sono stati dei problemi, ma cosa dovevamo fare? Tenere il funerale in mezzo alla strada?”, ha detto ai giornalisti Egidia Casamonica, nipote di Vittorio, quando la messa era iniziata da pochi minuti.
Originaria di Pescara, come buona parte del clan, Egidia ha mostrato ai cronisti le fotografie di un altro funerale, quello della moglie di Vittorio Casamonica, di alcuni anni fa, per spiegare che venne utilizzata la stessa carrozza antica con i cavalli, come da tradizione sinti. “Ma in quella occasione – ha aggiunto commossa – non ci fu alcun clamore e nessuno scrisse male”.
La donna, 57enne, ha poi sottolineato che alcuni ragazzi Casamonica “hanno reso onore all’Italia con il pugilato” e precisato che l’elicottero dal quale sono stati lanciati petali di fiori il giorno del funerale è stato pagato dalle nipoti del capofamiglia scomparso.
Il parroco, don Francesco Fissore, alla fine si è detto soddisfatto: “La messa si è svolta benissimo, i parenti sono stati tutti bravissimi, hanno fatto la comunione e alla fine sono venuti a ringraziarmi. Ho celebrato la messa del giorno – ha poi precisato – nella quale c’erano delle letture molto dure: una lettera di San Paolo che esorta i cristiani a comportarsi in maniera degna, ed il Vangelo secondo Matteo che condanna i farisei ipocriti perché belli fuori ma marci dentro”.
Incalzato dai giornalisti, il sacerdote ha poi ribadito che non può negare una messa, sottolineando che “quello che accade fuori dalla chiesa non riguarda il prete ma le forze dell’ordine”. Infine, don Fissore ha aggiunto che tre nipoti Casamonica frequentano abitualmente la sua parrocchia e che “ono bravissimi, educati e gentili”. (Agi)
Celebrata ieri nella blindatissima chiesa di San Girolamo Emiliani a Morena