Cerrato al Consiglio nazionale Fnsi: “L’irruzione? Mi hanno fatto tenerezza”

“La Casagit è un vero ristoro per giornalisti”


ROMA – Nessun preambolo, poche chiacchiere. A parlare, nell’intervento del presidente della Casagit, Daniele Cerrato, al Consiglio nazionale della Fnsi, sono i numeri.
“Lo scorso anno abbiamo avuto 1300 giornalisti in più nella lista dei pensionati – ha esordito il presidente della Cassa di assistenza integrativa dei giornalisti – e comprenderete che con 2400 persone in meno da una parte e 1300 in più dall’altra un bel po’ di colleghi sono rimasti a spasso: sono quei colleghi che, dopo 2 anni di Casagit avuta gratuitamente, hanno perso questo diritto e che non hanno più trovato un lavoro che potesse far loro da ponte per arrivare al periodo vero della pensione. E anche quelli che sono rimasti al lavoro, guadagnano molto meno e dunque versano meno contributi”.
Cosa è stato fatto per bilanciare entrate e uscite? “Noi abbiamo cercato di curare questo tipo di malattia non con dei rimborsi, – ha rimarcato Cerrato – ma trasformando l’offerta con 3 nuovi profili: la scorsa settimana abbiamo raggiunto quota 1000 iscritti. Abbiamo, quindi, invertito la tendenza che era in caduta anno per anno e per la prima volta siamo tornati a crescere”.
Ma “parliamo di soldi: l’anno scorso abbiamo avuto 1 milione e 150mila euro in meno di contributi accertati e abbiamo dato prestazioni per 1 milione e 300mila euro in più: abbiamo complessivamente rimesso 2 milioni e mezzo di euro. Siamo riusciti a portare ancora un bilancio in attivo grazie alla gestione patrimoniale, che ha fatto la parte del leone, che è quello che sta succedendo in Inpgi già da un po’ di tempo”.
Attenzione, però, avverte Cerrato: “La Casagit è un lusso che ancora possiamo permetterci, ma non si sa ancora fino a quando. E’ un vero ristoro per i giornalisti e il loro reddito, sempre più ridotto. E si capisce come la Casagit oggi sia molto più importante di 30 anni fa”.
Un intervento, quello del presidente della Cassa sanitaria dei giornalisti, che si è concluso con un’inevitabile postilla su quella che per tutti è diventata “l’irruzione” per eccellenza: il gruppo di precari (una cinquantina, come si vede nel video pubblicato su You Tube e nelle foto pubblicate su diversi quotidiani, tra cui il nostro) che, qualche giorno fa, sono entrati a forza nella sede della Fnsi.
“La cosa che mi ha fatto più tenerezza – ha detto Cerrato – è che chi ha fatto irruzione non sapeva nulla di noi, neppure dove fosse la sede della Fnsi: stavano, infatti, salendo al terzo piano… Credo sinceramente che quei colleghi dovrebbero trovare la strada per venire alla Fnsi e venire a fare qui, nella nostra “casa”, ragionamenti pacati e civili. Non irruzioni violente. Perché, si badi bene, se continuiamo ad urlare tra noi, facciamo solo un favore a quei signori che vogliono farci la pelle”.

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