ROMA – “Libertà di stampa significa innanzitutto libertà dal bisogno, perché se un giornalista ha il portafoglio vuoto è meno libero e più ricattabile”. Lo ha ribadito, senza giri di parole, Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e membro della Giunta esecutiva della Federazione nazionale della stampa, ospite a Uno Mattina Estate, su Rai Uno, per parlare di giornalisti minacciati.
“In buona sostanza, le minacce cominciano in redazione – ha detto Carlo Parisi, intervistato dai colleghi Alessio Zucchini e Mia Ceran – perché è qui che il giornalista deve dimostrare, prima che altrove, di avere coraggio e dignità dicendo ‘no’ a proposte lavorative indecenti”.
Accanto a lui, nel programma di intrattenimento e approfondimento del mattino targato Rai Uno, anche Paolo Borrometi, giovane cronista di Ragusa minacciato e costretto a vivere sotto scorta per aver scritto di mafia “nella provincia più a Sud di Tunisi, laddove si è sempre detto che ‘la mafia non esiste’, salvo poi scoprire che il Comune di Scicli, quello che i più conoscono per la serie televisiva del commissario Montalbano, è stato commissariato. Per mafia”. Borrometi, testimoniando ancora una volta la sua esperienza, ha rilanciato il concetto espresso dall’esponente della Fnsi, ovvero il bisogno di “una coscienza civile più attenta e matura per contrastare la piaga delle intimidazioni a chi fa semplicemente il proprio mestiere”.
Carlo Parisi, nel suo intervento (andato in onda alle 9.08 e visibile nel video Rai al minuto: 01.13.05), ha anche ricordato che “la vicinanza del Sindacato dei giornalisti ai colleghi minacciati non è e non dev’essere solo a parole: Michele Albanese, cronista del Quotidiano del Sud nella Piana che si occupa di ’ndrangheta e costretto a vivere sotto scorta e a spostarsi con un’auto blindata, l’abbiamo eletto consigliere nazionale della Fnsi, così come abbiamo fatto con Luciano Regolo, direttore dell’Ora della Calabria, il quotidiano che si è visto bloccare la rotativa per non far uscire una notizia scomoda al potente di turno”.
“E non è un caso – ha detto, ancora, Parisi – se all’iniziativa promossa dal sindacato giornalisti lo scorso anno a Polistena, in Calabria, ha partecipato il procuratore Nicola Gratteri, magistrato simbolo della lotta alla ‘ndrangheta, che ha accettato con orgoglio la tessera ad honorem della Federazione della Stampa, consegnata da me e dall’ex segretario della Fnsi, Franco Siddi”.
“Perché in realtà come la Calabria o la Sicilia – ha chiosato Carlo Parisi – la presenza del governo e, più in generale, dello Stato è fondamentale: le vertenze legali che il Sindacato Giornalisti della Calabria porta avanti a difesa e tutela dei colleghi vedono la presenza e il supporto costanti dei prefetti”.
Complimenti, Carlo: un segretario del Sindacato giornalisti della Calabria e membro della Giunta esecutiva della Fnsi senza peli sulla lingua! Bravo.